La Cessazione dei Carismi

La Cessazione dei Carismi
 
di Benjamin B. Warfield

Quando nostro Signore scese sulla terra, Egli portò il cielo con Sé. I segni che accompagnavano il Suo ministero non erano che le nuvole di gloria che Egli portò dal cielo, che è la Sua dimora. Il numero dei miracoli che ha operato potrebbe essere facilmente sottovalutato. È stato detto che di fatto, ha bandito la malattia e la morte dalla Palestina per i tre anni del Suo ministero. Se questa è un'esagerazione, è un'esagerazione perdonabile.
Ovunque è andato, ha portato una benedizione:

Un orlo, ma del vestito che Lui indossava
Potrebbe curare interi paesi dal loro dolore;
Un tocco di quella mano pallida potrebbe restituire la vita.

Normalmente sottovalutiamo enormemente la Sua attività benefica mentre andava in giro, come dice Luca, facendo del bene.

La sua stessa potenza divina con la quale iniziò a fondare la Sua chiesa, continuò negli Apostoli che aveva scelto per completare questa grande opera. Questi, lo trasmisero a loro volta, come parte della loro opera miracolosa e il coronante segno del loro ordine divino, ad altri, nella forma di ciò che il Nuovo Testamento chiama doni spirituali nel senso delle straordinarie capacità prodotte nelle prime comunità cristiane dal dono diretto dello Spirito Santo.

Il numero e la varietà di questi doni spirituali erano considerevoli. Perfino le enumerazioni di Paolo, la più ampia delle quali si trova nel dodicesimo capitolo di I Corinzi, difficilmente possono essere letti come esaustivi cataloghi scientifici. Il nome che viene comunemente loro applicato è abbastanza ampio da abbracciare ciò che possono sia essere chiamati doni ordinari che quello specificamente straordinari dello Spirito; entrambi questi, erano distinti in  graziosi da quelli che erano chiaramente miracolosi.

Infatti, nel passaggio classico che tratta di loro (I Cor 12-14) entrambe le categorie sono riunite sotto questo nome. I doni non miracolosi di grazia hanno, infatti, in questo passo, la preferenza, e sono chiamati "i più grandi doni"; e la ricerca di questi è rappresentata come "la via più eccellente". La brama per i più alti tra questi: - fede, speranza e amore - è la via più eccellente di tutte. Tra gli stessi doni miracolosi, viene fatta una distinzione simile a favore della "profezia" (cioè, il dono dell'esortazione e dell'insegnamento), e, in generale, a favore di coloro per i quali il corpo di Cristo è edificato.

La diffusione di questi doni miracolosi è, forse, abbastanza generalmente sottovalutata. Una delle preziose caratteristiche del passaggio, I Cor. 12-14, consiste nella raffigurazione del culto cristiano in età apostolica (14:26 e seg.) . "Che dunque, fratelli? Quando vi radunate, avendo ciascun di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o una interpretazione, facciasi ogni cosa per l'edificazione. Se c'è chi parla in altra lingua, siano due o tre al più, a farlo; e l'un dopo l'altro; e uno interpreti; e se non v'è chi interpreti, si tacciano nella chiesa e parlino a se stessi e a Dio. Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino; e se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente si taccia. Poiché tutti, uno ad uno, potete profetare; affinché tutti imparino e tutti sian consolati; e gli spiriti de' profeti son sottoposti a' profeti, perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace". Questo, si deve osservare, era il normale culto in chiesa a Corinto nei giorni degli Apostoli. È simile alla forma libera dei nostri moderni servizi di riunione-preghiera.
Ciò che principalmente li distingue, è che coloro che vi  partecipavano anticamente, potevano spesso avere un dono miracoloso da esercitare, "una rivelazione, una lingua, un'interpretazione", così come " un salmo o un insegnamento". Non c'è motivo di credere che la nascente congregazione di Corinto fosse unica in questo. L'Apostolo non scrive come se stesse descrivendo un meraviglioso stato di cose peculiari solo per quella chiesa. Fa persino il passaggio verso il successivo punto del suo consiglio, con le significative parole , "come in tutte le chiese dei santi". E gli indizi nel resto delle sue lettere e nel Libro degli Atti ci impongono, di conseguenza, di considerare questa bella immagine del culto cristiano come una cosa  vera della vita per ognuna delle numerose congregazioni piantate dagli Apostoli nella lunghezza e ampiezza del mondo visitato ed evangelizzato da loro.

L'argomento può essere esteso a quegli elementi della lista completa, che si trova in I Cor. 12, che trovava meno occasioni per la loro esibizione negli incontri formali per il culto, ma apparteneva più alla vita fuori dalla sala riunioni. Quella enumerazione include tra gli oggetti straordinari, ricorderai, doni di guarigioni, operazioni di miracoli, profezia, discernimento degli spiriti, tipi di lingue, l'interpretazione delle lingue - tutte cose che, appropriate all'assemblea di adorazione, sono ripetute in I Cor . 14:26 e seg. Siamo giustificati nel considerala caratteristica delle chiese Apostoliche, che tali doni miracolosi debbano essere monifestati in esse. L'eccezione sarebbe, non una chiesa con, ma una chiesa senza, tali doni. Ovunque, la Chiesa Apostolica era riconosciuta come un dono di Dio, mostrando il possesso dello Spirito in appropriate opere dello Spirito - miracoli di guarigione e miracoli di potere, miracoli di conoscenza, sia nella forma della profezia o del discernimento degli spiriti, miracoli del linguaggio, sia del dono delle lingue o della loro interpretazione. La Chiesa Apostolica era tipicamente una chiesa che operava miracoli.

Per quanto tempo è continuato questo stato di cose? Era la peculiarità che caratterizzava specificamente la Chiesa Apostolica, e apparteneva quindi esclusivamente all'età Apostolica - sebbene, senza dubbio questa indicazione può essere presa con un po' di margine. Questi doni non erano il possesso del cristiano originario in quanto tale; né per quanto riguarda la Chiesa Apostolica o l'età apostolica in se stessa; erano distintamente l'autenticazione degli Apostoli. Facevano parte delle credenziali degli Apostoli come agenti autorevoli di Dio nel fondare la chiesa. Il loro conmpito era  quindi confinato distintivamente nella Chiesa Apostolica, e inevitabilmente sono scomparsi con essa. Di questo possiamo accertarci sul campo sia di principio che di fatto; vale a dire sia sotto la guida dell'insegnamento del Nuovo Testamento sulla loro origine e natura, sia sul riconoscimento della testimonianza di epoche successive riguardo alla loro cessazione. Ma non mi fermerò a questo punto per addurre la prova di questo. Sarà sufficientemente lasciato intendere nella critica che intendo fare di alcune opinioni contrastanti che sono attuali tra gli studenti della materia. Il mio progetto è di chiarire ed esaminare le opinioni principali che sono state ritenute favorevoli sulla continuazione dei carismi al di là dell'epoca apostolica. Nel corso di questa esaminazione, l'occasione offrirà di rilevare ciò che è necessario per convincerci che il possesso dei carismi era limitato per l'età Apostolica.

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