Per le sue lividure siamo stati guariti
"E per le Sue lividure siamo stati guariti" (Isaia 53)
Il vero significato della croce come rivelato dalla Parola scritta La Scrittura dichiara esplicitamente che il significato della crocifissione di Cristo non risiede nelle Sue sofferenze fisiche, ma nella propiziazione che Egli compie dell’ira di Dio.
L’ira di Dio era stata fatta ricadere espressamente su Cristo Gesù, il quale soffrì al massimo grado la Sua non mitigata ira per i peccati del Suo popolo. La pienezza dell’ira di Dio sofferta da Cristo era come il fuoco dal cielo che, nell’Antico Testamento, consumava i sacrifici. L’ira che sarebbe dovuta cadere sul peccatore se non fosse stata propiziata, cadde su di Lui. E’ scritto: “E, verso l’ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?» cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»” (Mt. 27:46). Il rapporto di rappresentanza di Cristo con il Suo popolo è vero e necessario. L’Iddio tre volte santo reputò giusto punire Cristo per i peccati del Suo popolo, ed accreditare loro della Sua giustizia, e così soddisfare completamente le esigenze della Sua legge. Perché la vita perfetta di Cristo fu seguita da questa terribile punizione? Una stretta sostituzione era necessaria cosicché potesse seguirne l’imputazione al Suo popolo della Sua giustizia.
Il vero significato della croce come rivelato dalla Parola scritta La Scrittura dichiara esplicitamente che il significato della crocifissione di Cristo non risiede nelle Sue sofferenze fisiche, ma nella propiziazione che Egli compie dell’ira di Dio.
L’ira di Dio era stata fatta ricadere espressamente su Cristo Gesù, il quale soffrì al massimo grado la Sua non mitigata ira per i peccati del Suo popolo. La pienezza dell’ira di Dio sofferta da Cristo era come il fuoco dal cielo che, nell’Antico Testamento, consumava i sacrifici. L’ira che sarebbe dovuta cadere sul peccatore se non fosse stata propiziata, cadde su di Lui. E’ scritto: “E, verso l’ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?» cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»” (Mt. 27:46). Il rapporto di rappresentanza di Cristo con il Suo popolo è vero e necessario. L’Iddio tre volte santo reputò giusto punire Cristo per i peccati del Suo popolo, ed accreditare loro della Sua giustizia, e così soddisfare completamente le esigenze della Sua legge. Perché la vita perfetta di Cristo fu seguita da questa terribile punizione? Una stretta sostituzione era necessaria cosicché potesse seguirne l’imputazione al Suo popolo della Sua giustizia.
L’orrore che Cristo dovette subire, perciò, non fu tanto la sua tortura fisica, ma la Sua separazione dal
Padre. Nel Suo Spirito Egli sentì tutto il rigore dell’ira di Dio. L’apostolo Paolo lo spiega con precisione:
“Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2 Co. 5:22). Cristo Gesù fu “fatto diventare peccato” per il Suo
popolo. L’ira della santità di si è infiammata contro di Lui. Egli era l’offerta per il peccato, il sacrificio per il peccato. “Piacque al SIGNORE di stroncarlo con i patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani” (Is. 53:10). Egli era personalmente completamente santo, ma come sostituto dei Suoi, Egli rese Sé stesso legalmente responsabile di fronte al giudizio di Dio. Le conseguenze della fedeltà di Cristo in tutto ciò che fede, culminò nella Sua morte sulla croce e nella susseguente Sua risurrezione.
La Sua giustizia è accreditata al credente, “…vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione” (Ro. 3:22). Era stato Dio a costituire Cristo, legalmente, “peccato per noi”. Egli fu “fatto peccato” perché i peccati del Suo popolo furono trasferiti a Lui e, allo stesso modo, il credente è reso “giustizia di Dio in Lui” perché Dio accredita al credente la fedeltà di Cristo ai precetti della legge. E’ chiaro, quindi, che la giustificazione, il messaggio dell’Evangelo, è l’atto della grazia di Dio per il quale il peccatore credente ottiene il perdono dei suoi peccati e la sua riabilitazione legale in Cristo. Cristo, che non aveva peccati propri, fu reso peccato in per i credenti in Lui affinché essi, che non hanno giustizia propria, fossero resi giustizia di Dio in Lui. E’ di estrema importanza notare come questo messaggio evangelico biblico nella sua interezza, manchi del tutto dal film, e che al suo posto, sia trasmesso il messaggio tradizionale del Cattolicesimo di Mel Gibson e di Jim Caviezel, che interpreta Cristo.
(Richard Bennet)
Padre. Nel Suo Spirito Egli sentì tutto il rigore dell’ira di Dio. L’apostolo Paolo lo spiega con precisione:
“Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2 Co. 5:22). Cristo Gesù fu “fatto diventare peccato” per il Suo
popolo. L’ira della santità di si è infiammata contro di Lui. Egli era l’offerta per il peccato, il sacrificio per il peccato. “Piacque al SIGNORE di stroncarlo con i patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani” (Is. 53:10). Egli era personalmente completamente santo, ma come sostituto dei Suoi, Egli rese Sé stesso legalmente responsabile di fronte al giudizio di Dio. Le conseguenze della fedeltà di Cristo in tutto ciò che fede, culminò nella Sua morte sulla croce e nella susseguente Sua risurrezione.
La Sua giustizia è accreditata al credente, “…vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione” (Ro. 3:22). Era stato Dio a costituire Cristo, legalmente, “peccato per noi”. Egli fu “fatto peccato” perché i peccati del Suo popolo furono trasferiti a Lui e, allo stesso modo, il credente è reso “giustizia di Dio in Lui” perché Dio accredita al credente la fedeltà di Cristo ai precetti della legge. E’ chiaro, quindi, che la giustificazione, il messaggio dell’Evangelo, è l’atto della grazia di Dio per il quale il peccatore credente ottiene il perdono dei suoi peccati e la sua riabilitazione legale in Cristo. Cristo, che non aveva peccati propri, fu reso peccato in per i credenti in Lui affinché essi, che non hanno giustizia propria, fossero resi giustizia di Dio in Lui. E’ di estrema importanza notare come questo messaggio evangelico biblico nella sua interezza, manchi del tutto dal film, e che al suo posto, sia trasmesso il messaggio tradizionale del Cattolicesimo di Mel Gibson e di Jim Caviezel, che interpreta Cristo.
(Richard Bennet)
Quello che il nostro Salvatore soffriva nel Suo corpo non era niente in confronto a ciò che Egli sopportò nella Sua anima.
Non potete immaginare, e non posso aiutarvi a immaginare, quello che sopportò dentro di Lui. Si supponga per un momento, per ripetere una frase che ho usato spesso, si supponga di un uomo che è passato nell’Inferno, supponete che tutti i suoi tormenti eterni possano essere stati tutti portati in un’unica ora, e poi supponete che ciò possa essere stato moltiplicato per l’intero numero dei salvati, che è un numero oltre tutte le numerazioni umane. Ora potete pensare a quale ampio aggregato di miseria vi potesse essere nelle sofferenze di tutto il popolo di Dio, se fossero stati puniti per tutta l’eternità? Ricordatevi che Cristo ha dovuto subire l’equivalente di tutti gli inferni di tutti i Suoi redenti. Non potrò mai esprimere questo pensiero, attraverso un modo migliore, che usando queste parole, spesso ripetute: sembrò come se l’Inferno venisse messo nella Suo calice; Egli l’afferrò, e, “In uno enorme disegno d’amore, bevve dannazione pura”. In modo che non rimanesse mai più nulla da sopportare di tutte le pene e le miserie dell’Inferno per il Suo popolo. Io non dico che soffrì nello stesso modo, ma dovette sopportare l’equivalente di tutto questo, e dovette dare a Dio soddisfazione per tutti i peccati del Suo popolo, di conseguenza Gli venne dato l’equivalente per tutti i loro castighi. Ora voi potete immaginare, siete in grado di immaginare la grande redenzione del nostro Signore Gesù Cristo? (C. H. Spurgeon )
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