L'AMORE ETERNO DI DIO
John Gill
L'amore di Dio verso suo Figlio, come Mediatore, è un amore eterno; "Tu mi hai amato", dice Cristo (Giovanni 17:24), prima della fondazione del mondo.
Questo amore era un amore di compiacimento e di gioia; perché Cristo come Mediatore, è stato da sempre, poi , con Lui il Padre (Proverbi 8,30), cresciuto con Lui, ed è stato "ogni giorno la sua delizia, "rallegrandomi ogni momento davanti a lui".
Ora Dio ama i suoi eletti con lo stesso amore con cui ama suo Figlio come Mediatore.
Per questo Cristo prega per l'unione aperta e manifesta tra Lui e il suo popolo; Egli dice (Giovanni 17:23): "affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amati, come hai amato me".
Se dunque Dio ha amato il Figlio suo, come Mediatore, dall'eternità, con amore di compiacimento e di gioia, e ha amato i suoi eletti dall'eternità con lo stesso amore con cui ha amato Lui, allora deve aver amato i suoi eletti dall'eternità con amore di compiacimento e di gioia: e, infatti, come potrebbe essere altrimenti, dal momento che gli eletti erano sempre in Cristo il loro Capo, nel quale erano stati scelti prima della fondazione del mondo?
E non potrebbero essere considerati in Lui, se non come persone giuste, per mezzo della sua giustizia, di cui Dio è sempre ben contento, perché da essa la legge è magnificata, e resa onorevole; e così si dice spesso che Cristo è il Figlio prediletto di Dio, nel quale è ben compiaciuto (Matteo 3:17; 2 Pietro 1:17); che non concepisce la sua persona solo singolarmente, ma tutti gli eletti, come considerati in Lui, che insieme a Cristo, sono gli oggetti dell'eterna delizia e del piacere di Dio.
È certo che Gesù Cristo, dall'eternità, ha amato gli eletti con amore di compiacimento e di delizia; perché dall'eternità, dal principio, o da sempre la terra è stata, quando non c'erano né fondali né fontane, prima che i monti e le colline fossero creati, mentre ancora Dio non aveva fatto la terra, né i campi, né la parte più alta della polvere del mondo, il "diletto di Cristo era con i figli degli uomini" (Proverbi 8, 31). La parola in ebraico esprime diletto, la più intima, dolce, incantevole delizia e piacere; e non è solo al plurale, ma ha anche le sue lettere radicali, soprattutto le prime due lettere radicali, raddoppiate, il che, nella lingua ebraica, aumenta il significato della parola; essa indica, quella più grande delizia e piacere che Cristo ha avuto nel suo popolo dall'eternità; no, Egli non solo si dilettava delle persone degli eletti, come gli venivano presentate nel calice dei propositi e dei decreti del Padre, ma si dilettava anche dei punti di vista dei luoghi stessi della terra dove sapeva che avrebbe abitato il suo popolo: e quindi diceva, che si rallegrava della parte abitabile della sua terra (Proverbi 8,31).
Ora, perché Dio Padre non dovrebbe, dall'eternità, amare gli eletti con lo stesso amore che ha avuto per suo figlio, non saprei.
Di John Gill
Traduzione: evangelodelregno
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