Scadere dalla Grazia e Certezza della Salvezza
Scadere dalla Grazia e Certezza della
Salvezza
La Teologia Romana
insegna, che i veri credenti possono cader totalmente dalla divina grazia e
perdersi in eterno (Concilio di Trento, sess. Vi, cap. 13, 14, can. 23.
BELLARM. De Justif:, lib. 11, cap. 14. HABERT, De Grazia, cap. Iv, 9, e tutti i
teologi).
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO.
1.
"E farò con loro un patto eterno, che io non mi ritrarrò giammai
indietro da loro; per non far loro bene: e metterò il mio timore nel cuor loro,
acciocchè non si dipartano da me" (Gerem. XXXII, 40).
Per poter cadere dalla
divina grazia bisognerebbe o che l'uomo si ritirasse da Dio, o che Dio si
ritirasse dall'uomo: ma né l'uno né l'altro può accadere, secondo la promessa
di Dio. O non bisogna dunque credere al Concilio di Trento, o bisogna dire che
la parola di Dio mentisce.
2. “Ed
io ti sposerò in eterno, e ti sposerò in giustizia, ed in giudicio, ed in
benignità, ed in compassione". (OSEA II, 19)
L'anima giustificata è
sposa di Dio: è egli possibile immaginare che Dio abbandoni la sua sposa? Ma per
togliere la possibilità di ogni dubbio, Dio dice, ti sposerò in eterno.
3.
"I doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento”. (Rom. XI, 29)
La grazia è, senza
dubbio, il gran dono di Dio: ma esso è senza pentimento, il che vuol dire che
avuto una volta non si può più perdere.
4.
"Il fondamento di Dio sta fermo avendo questo suggello: il Signore
conosce que che son suoi". (2a Timot. II, 19)
S. Paolo dice questo a
proposito d'Imeneo e Fileto che cercavano di sviare i cristiani dalla fede: e
con questo insegna l'impossibilità di staccare i veri credenti.
5. “Chiunque
è nato da Dio non fa peccato perciocchè il seme di esso dimora in lui: non può
peccare, perciocchè è nato d Dio" (1 di s. Giov. III, 9).
Non vuol dire s. Giovanni
che il cristiano è impeccabile; ma vuol dire che non può scadere totalmente
dalla grazia.
6. “Anzi
rallegratevi che i vostri nomi sone scritti nei cieli " (Luc. x, 20).
Ma quale allegrezza vi
potrebbe essere per i discepoli di Gesù Cristo, se potessero temere ad ogni
momento di scadere dalla grazia; se i loro nomi potessero essere cancellati dal
libro della vita?
7.
"Il Signore ama la dirittura, e non abbandonerà i suoi santi; essi
saranno conservati in eterno; ma la progenie degli empii sarà sterminata.
(Salm. XXXVII, 28)
Intendetela bene, teologi
romani ! è Dio che guarda i suoi eletti affinché non cadano.
8. S.
Pietro infatti dice dei cristiani che:
"Sono
nella virtù di Dio, per fede, guardati per la salvezza presta ad essere
rivelata nell'ultimo tempo" (1 di s. Pietro I, 5).
Per la virtù, ossia come
dice l'originale greco, per la forza, per la possanza. Se Dio dunque con la sua
possanza custodisce i suoi eletti, come potranno essi cadere nella disgrazia?
9. "Falsi
Cristi e falsi profeti sorgeranno, e faranno gran segni e miracoli, talchè
sedurrebbero, SE FOSSE POSSIBILE, eziandío gli eletti" (Matt. XXIV,
24).
È impossibile dunque che
gli eletti siano sedotti: è impossibile dunque che scadano dalla grazia.
10.
"Le mie pecore ascoltano la mia voce, ed io le conosco, ed esse mi
seguitano; ed io do loro la vita eterna, e giammai in eterno non periranno, e
niuno le rapirà di man mia. Il padre mio, che me le ha date, è maggiore di
tutti; e niuno le può rapire di man del Padre" (Giov. x, 27-29).
Quì non vi è bisogno di
commento. Solo facciamo Osservare che chi vuol credere al Concilio di Trento
bisogna che dica mentitore Cristo.
Che se purtroppo vediamo
cadere in gravi disordini ed anche nell'apostasia degli uomini che credevamo
cristiani, la parola di Dio ci previene in questo, e ci dice, che quando li
avevamo giudicati cristiani, ci eravamo ingannati per la loro ipocrisia. «Sono
usciti d'infra noi, ma non erano dei nostri; perciocchè se fossero stati dei
nostri sarebbero rimasti con noi: ma conveniva che fossero manifestati;
perciocchè non tutti sono dei nostri» (1 di s. Giov. II, 19).
La Teologia Romana insegna, che è un
temerario ed un eretico quel cristiano che crede certa la sua salvezza
(Concilio di Trento. sess. VI, cap. 9, 12, can., 18, 15, 16. - BELLARM., De
Justif. lib. I11, cap. 6, 8, 12, 18, e tutti i teologi).
ASCOLTATE LA PAROLA DI DIO.
1. “Or
quanto è a me, io so che il mio Redentore vive, e che nell'ultimo giorno egli
si leverà sopra la polvere: e quantunque dopo la mia pelle questo corpo sia
roso, pur vedrò con la carne mia Iddio. Il quale io vedrò, gli occhi miei lo
vedranno, e non un altro". (Giob. XIX, 25-27)
Fortuna per Giobbe aver
vissuto tanti secoli prima del Concilio di Trento; altrimenti la sua santità
non lo avrebbe salvato dalla scomunica; e le sue sventure non lo avrebbero
salvato dal rogo dell'inquisizione, per aver detto che egli era certo della sua
salvezza. Eppure questa certezza era quella che lo sosteneva nelle sue
sventure; e nella mancanza di tutto, formava la sua grande consolazione.
2."Quanto
a me, per giustizia vedrò la tua faccia; io sarò saziato della tua sembianza,
quando io mi risveglierò". (Salm. XVII,15)
Ecco in qual maniera
David esprimeva la certezza di sua salvezza!
3. “Chi
avrà creduto e sarà stato battezzato, sarà salvato" (Marc. XVI, 16).
La Parola di Dio vale
assai più della parola del Concilio di Trento: essa è infallibile, e non può
per caso alcuno mancare: se io dunque so di aver creduto, debbo tener per certo
di essere salvato.
4.
"Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna". (Giov. III, 36)
Ecco un'altra
dichiarazione di Gesù Cristo direttamente opposta a quella del Concilio di
Trento.
5.
"Io ho scritte queste cose a voi che credete nel nome del Figliuol di
Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna" (1 di s. Giov. v,
13).
Non dice s. Giovanni affinché
speriate, ma dice affinché sappiate: vuole dunque che coloro che
credono realmente alla parola di Dio siano certi della loro salvezza. E non
dice neppure in tempo futuro che avrete, ma dice in presente che
avete, per dimostrare sempre più la certezza.
Ma la Chiesa romana dice
che è una temeraria presunzione di tenersi certi della propria salvezza. Che la
Chiesa romana, ed altre sette eretiche, le quali mettono la parola di Dio ał pari della parola degli uomini, dicano una tale cosa, non ci fa
meraviglia: poiché ammettendo che l'uomo si salva con le proprie operazioni, e
che può perdere la grazia di Dio ad ogni istante, è chiaro che vi sarebbe gran
presunzione nel dire, io sono sicuro che mi meriterò la vita eterna. Ma per noi
che crediamo alla parola di Dio, e che riteniamo la salvezza per grazia, e non
per opere, non siamo presuntuosi, anzi siamo umili allorché confessiamo di
essere per natura figli d'ira, e rei di morte; ma che siamo stati « salvati
per grazia, e ciò non è da noi, ma è dono di Dio: che siamo stati lavati, siamo
stati santificati, siamo stati giustificati nel nome del Signore Gesù, e per lo
Spirito dell'Iddio nostro » (1 ai Cor. VI, 11).
6. “Se
noi accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è ancora
più grande, poiché questa è la testimonianza di Dio che egli ha dato circa il
suo Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé; chi non
crede a Dio, lo ha fatto bugiardo, perché non ha creduto alla testimonianza che
Dio ha reso circa suo Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la
vita eterna, e questa vita è nel suo Figlio". (1 di s. Giov. v, 9-11)
Ecco due testimonianze in
contraddizione: il Concilio di Trento Che non vuole Che siamo sicuri della
nostra salvezza; la Bibbia che vuole che ne siamo sicuri. A chi dobbiamo noi
credere? la testimonianza di Dio è maggiore di quella del Concilio di Trento
che è testimonianza d'uomini. O dobbiamo dunque far bugiardo Dio o far bugiardo
il Concilio di Trento. Lettore, scegliete; che noi abbiamo già scelto.
7.
"Coloro che Dio ha giustificati, essi li ha pure glorificati".
(Rom. VIII, 30)
Quando dunque abbiamo
ricevuta la grazia della giustificazione, dobbiamo essere certi di ricevere la
gloria, altrimenti daremo una mentita a Dio.
8.
"Voi non avete di nuovo ricevuto lo spirito di servitù a timore; ma
avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre» quel
medesimo spirito rende testimonianza allo spirito nostro, che noi siamo
figliuoli di Dio; e se siam figliuoli, siamo ancora eredi, eredi di Dio, e
coeredi di Cristo". (Rom. VIII, 15-17)
Quello Spirito di timore
che vuol dare il Concilio Tridentino sotto pena di anatema, è chiamato da san
Paolo spirito di servitù: è uno spirito anticristiano: chi sa d'essere figlio
di Dio, deve sapere di essere erede.
9. “Nel
quale (cioè in Gesù Cristo) anche voi, avendo udita la parola della
verità, l'evangelo della vostra salute; in lui dico anche voi, avendo creduto,
siete stati suggellati con lo Spirito Santo della promessa. Il quale è l'arra
della nostra eredità". (Efes.
1, 13-14)
Dio ci ha dato lo Spirito
santo per arra della nostra eredità; dunque l'eredità è certa; e dubitarne
sarebbe un fare Dio mentitore, e mancatore di parola.
10.
"Ed io testimonio delle sofferenze di Cristo, ed insieme partecipe
della gloria che deve essere manifestata". (1 di san Piet. V,1)
Ma il Concilio di Trento
dichiarando scomunicati coloro che insegnano la certezza della salvezza, ha
dichiarato scomunicato s. Pietro.
11.
"Nel rimanente mi è riposta la corona della giustizia, della quale mi
farà in quel giorno retribuzione il Signore, il giusto giudice; e non solo a
me, ma a tutti coloro ancora che avranno amata la sua apparizione". (2
a Timot. IV, 8)
Ecco anche s. Paolo
scomunicato dal Concilio di Trento.
12.
"Io sono persuaso (Martini traduce io son sicuro) che nè morte,
nè vita, nè angeli, nè principati, nè podestà, nè cose presenti, nè cose
future, nè altezza, nè profondità, nè alcun'altra creatura non potrà separarci
dall'amor di Dio, che è in Cristo Gesù nostro Signore". (Rom. VIII,
38-39)
Se s. Paolo parlasse di
sè stesso solo, potrebbe dirsi che parlava così per qualche particolare
rivelazione; ma egli parla di tutti i cristiani. Chi dunque vuol credere al
Concilie di Trento bisogna che tenga per scomunicati S. Pietro e s. Paolo; o
che dica che la parola di Dio mentisce.
Tratto da: Compendio di Controversie tra la Parola di Dio e la Teologia Romana ad uso dei Cristiani Evangelici 1869 - Charles Drelincourt (libro completo nella sezione LIBRI EVANGELICI PDF)
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