Aventi l'apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza

Il Semplice Acconsentimento alla Dottrina dell’Elezione non Significa nulla di per Sé

             

            Le dottrine della grazia sono spesso tenute in testa da coloro che sono ancora morti nei loro peccati!

 

Di Shaun Willcock


 


E, vedendo un fico sulla strada, gli si accostò, ma non vi trovò altro che foglie; e gli disse: «Mai più nasca frutto da te, in eterno». E subito il fico si seccò. (Matteo 21,19) 

"Cristo sapeva bene che non vi poteva esser del frutto, non essendone la stagione (Marco, 11,13); ma tutto ciò fu ordinato per ammaestrar gli uomini, a cui molte cose convengono in questa imagine, anziché al fico: come d'aver frutti dello Spirito pronti in ogni tempo; di non accontentarsi di essere e di aver ricevuto il dono di Dio, ma di operare e di rendere; di non astenersi solo dal far male, ma ancora di studiarsi ad ogni bene per fuggire l'ultima maledizione di Dio, per la quale ogni virtù di far bene è tolta all'uomo e la falsa apparenza è scoperta e dileguata; come Cristo maladisse il fico per riguardo così delle foglie come del frutto". Commento di Giovanni Diodati su Matteo 21,19



  Le dottrine della grazia sovrana sono dottrine gloriose e completamente scritturali.  Infatti, il Vangelo della grazia di Dio è l'unico vero Vangelo; e questo Vangelo ci dice che l'uomo è totalmente depravato, completamente impotente a salvare sé stesso (Rom.3:9-20); ma Dio, da tutta l'eternità, per la Sua libera grazia e misericordia, ha eletto alcuni da ogni nazione, razza, tribù e lingua, alla salvezza in Gesù Cristo (Rom.9:1024; Ef.1:3-6).  Poi, nella pienezza del tempo, Cristo morì per gli eletti e solo per loro (Ef.5:25; Gv.10:11,26,28); e nel tempo stabilito da Dio, ognuno degli eletti è irresistibilmente attirato a Cristo per la salvezza (Gv.6:37,44); e quelli così attirati a Cristo non periscono mai, ma essendo stati predestinati, chiamati e giustificati, sono glorificati a tempo debito (Rom.8:29,30).  Per essere sani nella dottrina, uno deve conoscere bene queste dottrine scritturali.

 

  Tuttavia, il solo tenere una sana dottrina nella testa non è sufficiente!  Avere una sana teologia non è una garanzia automatica dell'opera di rigenerazione! 

 

  Per secoli queste verità scritturali sono state tenute fermamente e fedelmente proclamate in tutta la Chiesa cristiana.  Ma poi quel falso sistema dottrinale conosciuto come "Arminianesimo", con la sua enfasi sul presunto "libero arbitrio" dell'uomo e la sua negazione della sovranità di Dio nella salvezza, arrivò a dominare quasi universalmente la cristianità professante.  A metà del ventesimo secolo la situazione era desolante: sembrava che l'intera Chiesa professante fosse arminiana. 

 

  Negli ultimi decenni, tuttavia, c'è stato un risveglio di interesse nelle grandi dottrine della grazia sovrana.  Sono sorte chiese che si attengono a queste verità bibliche e rifiutano completamente l'arminianesimo; ministri in tutto il mondo si alzano in piedi nei pulpiti ogni settimana ed espongono queste dottrine alle loro congregazioni; e le case editrici sono duramente al lavoro per ripubblicare i grandi classici dottrinali delle epoche passate, così come le nuove opere che enfatizzano queste dottrine. 

 

  Eppure... c'è qualcosa che non va.

 

  Sì, c'è un risveglio delle dottrine della grazia - ma non, ahimè, una corrispondente santità di vita.  Ovunque sentiamo la gente dire: "Non è meraviglioso?  Il tal dei tali è giunto alla comprensione delle dottrine della grazia!  Questo è meraviglioso quando la persona è un vero cristiano.  Ma troppo spesso, "arrivare alle dottrine della grazia" è percepito come tutto ciò che è necessario, e sembra esserci poca o nessuna enfasi su una vita di santità.  Una mera accettazione di queste dottrine non ha valore di per sé.  "Si ritragga dall'iniquità chiunque nomina il nome di Cristo" (2 Tim. 2:19) - non solo parlare in modo eloquente di predestinazione ed elezione!  L'abbracciare le dottrine della grazia, senza la santità della vita, non è altro che un'ortodossia morta.  Mentre ci si attiene alla sana dottrina nella testa, le persone possono ancora essere "morte nei falli e nei peccati" (Ef.2:1); e mentre ci si attiene alla vera dottrina sulla carta, in sane confessioni di fede, una chiesa può essere una "assemblea dei morti" (Prov.21:16). 

 

  Oggi, la grande maggioranza di coloro che professano di essere il popolo di Cristo - anche all'interno delle chiese di grazia sovrana più solide dal punto di vista dottrinale – sono schiavi della televisione, idolatri dello sport, immodesti nel vestire, bramosi, ecc. ecc., "amanti dei piaceri più che amanti di Dio; aventi l'apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza" (2 Tim. 3:4,5).  Quando sentiremo i pastori parlare contro queste cose - questi peccati - invece di predicare solo contro l'arminianesimo? 

 

Permettetemi di essere chiaro:

 

L'arminianesimo deve essere confutato.  È un veleno subdolo e mortale.  Ma questo non è l'intero dovere del ministro!  Perché vediamo così tanti ritiri e conferenze dedicati all'esposizione delle dottrine della grazia, ma nessuno dedicato alla santità di vita e alla separazione dal mondo?  Un ministro sta dichiarando "tutto il consiglio di Dio" (Atti 20:27) quando espone con forza gli errori dell'arminianesimo, ma non riesce a parlare contro la mondanità e il peccato che si trovano all'interno dei membri della sua stessa congregazione?  Avendo una sana dottrina nelle loro teste, tuttavia negano Cristo con la loro vita; " fanno professione di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le opere" (Tt.1:16).  Nominano il santo nome di Cristo; ma se non si allontanano dall'iniquità, sono estranei al Cristo che nominano - indipendentemente da tutta la conoscenza di testa che hanno delle dottrine della grazia.  La sana dottrina nel cuore di un vero credente avrà come risultato la santità della vita!  Troppi guardano solo a ciò che un uomo crede, invece di guardare anche a come vive.  "Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove" (2 Cor. 5:17).  Ci deve essere un equilibrio biblico tra la dottrina e il frutto.  Un uomo che è sano nella dottrina, ma peccatore nella pratica, non è un cristiano, indipendentemente da quanto bene sia in grado di esporre le dottrine della grazia.

 

  Per cosa sto lottando, in queste righe?  In breve: non solo la forma, ma la potenza della pietà.  Per quanto io ami le preziose dottrine della grazia sovrana; per quanto io ami meditarle, sentirle esporre, leggerne - non posso tacere quando coloro che sono sani nella dottrina non danno prova di detestare il peccato e la mondanità!  Che ne è dunque della loro sana dottrina?  C'è molto parlare, ma poco o niente nell'onorare la dottrina di Dio (Tit. 2:10).  Tutte le loro parole, quindi, sono parole vuote, senza valore senza l'ornamento di una vita di obbedienza al Signore.

 

    Contrariamente a ciò che molti nelle chiese della grazia sovrana sembrano pensare, la comunione non si può avere solo sulla base dell'accordo sulle dottrine della grazia!  Separandosi correttamente da coloro che sostengono una falsa dottrina, molti di coloro che sostengono l'elezione sono pronti a fraternizzare con tutti gli altri che sostengono questa dottrina, senza che venga applicato nessun altro test.  Questo è tanto peccaminoso quanto la comunione con gli eretici!  Ancora una volta va detto: la solidità della dottrina non è una prova infallibile della rigenerazione.  Se si fa diventare l'assenso alle dottrine della grazia pressoché l'unica base per la comunione, allora si è in errore tanto quanto coloro che fanno di qualche altra questione l'unico requisito per la comunione.  Un assenso alle dottrine della grazia sembra essere diventato lo standard attorno al quale molti sono pronti a raccogliersi per la comunione.  È vitale - ma non è tutto!  La santità di vita è altrettanto vitale!

 

    È tempo che coloro che professano di amare le benedette dottrine della grazia sovrana riflettano seriamente alla mancanza di frutti prodotti dalla grande maggioranza di coloro che affermano di tenere a queste verità.  Possano queste verità essere proclamate forte e chiaramente ai nostri giorni - ma ciò che Dio ha unito, l'uomo non lo separi!  "Non amate il mondo" (1 Gv.2:15) è per sempre sposato con "l'amore della verità" (2 Tess.2:10).  Dove queste dottrine sono ricevute nel cuore di un vero credente, esse porteranno frutto.  Ma dove esse sono semplicemente tenute intellettualmente, e non producono alcun frutto, non c'è opera di grazia. 

Non dobbiamo sentire di meno le dottrine della grazia - ma dobbiamo sentire di più riguardo la separazione biblica e la santità!  Solo allora ci sarà un equilibrio biblico.  Le chiese si ridurranno di dimensioni, ma Cristo e il Suo Vangelo saranno glorificati dal resto fedele, i veri rigenerati.  Tragicamente, la maggior parte preferisce ovviamente i grandi numeri ai discepoli fedeli e devoti. 

 




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