Il peccato originale e la miseria dell'uomo

Aonio Paleario (1500 - 1570)

L'uomo, dice la Sacra Scrittura, fu da Dio creato ad immagine e somiglianza sua; impassibile di corpo; e d'animo retto, veritiero, buono, compassionevole e santo.

Ma dopo che, vinto dal desiderio della scienza, ebbe egli mangiato il frutto che Iddio gli aveva vietato, perduta quella immagine e somiglianza si fece simile ai bruti, ed a quel demonio medesimo che lo aveva sedotto: l’anima sua divenne iniqua, menzognera, crudele ed empia: il corpo passibile di mille disordini ed infermità, e non pur simile, ma inferiore ai bruti animali.

Ed in quella maniera che i progenitori nostri obbedendo a Dio, ci avrebbero lasciato un retaggio di giustizia e di santità, la loro disobbedienza ci ha resi cattivi, ed a Dio spiacenti in maniera, che ci è ora impossibile con le nostre forze di amarlo ed uniformarci ai suoi santi voleri. Noi anzi siamo nemici di Lui; il quale come giusto giudice, deve punire i nostri peccati; e non possiamo più confidare interamente nella sua santa misericordia.

In una parola, tutta la nostra natura, superiore in principio a quella delle creature tutte, fu per il peccato di Adamo corrotta; divenne schiava di Satana, del peccato, della morte, e  condannata ai tormenti dell'inferno: ogni discernimento ne fu pervertito: il male si chiamò bene, il bene male; il falso vero, ed il vero falso. Le quali cose un Profeta considerando, disse : « ogni uomo è bugiardo » (Salmo 116.11), e: « non v'è alcuno che faccia bene , non pure uno » (Salmo 14.3): tanto il maligno, a modo di un potente armato, governa da padrone la propria casa, che è il mondo.

Non c'è lingua capace di significare la millesima parte della nostra miseria, i quali, creati pure dalla mano stessa di Dio, abbiamo cancellato dall'anima nostra la sua immagine, e siamo divenuti per natura e per condizione somiglianti al demonio: volenti ciò che questi vuole, e detestanti da quello che a lui dispiace. E fatti preda di quel malvagio, ogni peccato, quantunque grave, saremmo pronti a commettere, se la grazia di Dio non ci trattenesse. 

Or questa mancanza di rettitudine, e questa ingenita propensione ad ogni perversità, che portiamo con noi dal seno della madre, talchè nasciamo figli dell'ira, chiamasi peccato originale: eredità dei nostri primi parenti, ragione e sorgente di tutti i peccati ed iniquità nostre. Che se noi vogliamo esserne liberati, e tornare alla primitiva innocenza, reintegrare in noi l'immagine di Dio, dobbiamo innanzitutto riconoscere la nostra malvagità. E siccome nessuno andrebbe in cerca del medico, se prima non sentisse di essere malato; nè apprezzare potrebbe la sua competenza, nè gli sarebbe poi debitamente grato, se prima non avesse conosciuto essere la propria malattia gravissima e mortale; così nessuno riconoscerà Gesù Cristo come solo medico dell'anima propria, nè potrà sentire in se medesimo qual medico eccellente egli sia, e qual riconoscenza gli debba, se prima non abbia investigato ben addentro in se stesso i più gravi peccati, e quella incurabile infermità, che ci fu tramandata dall'infezione dei nostri primi parenti.

Aonio Paleario, Martire Italiano. Tratto dalla sua opera "Beneficio della morte di Cristo", disponibile gratuitamente in versione integrale nella pagina: LIBRI EVANGELICI PDF

Vedi anche:

I non credenti sono ad immagine e somiglianza di Dio? 

Atto di accusa contro i papi di Roma ed i loro seguaci - Aonio Pelario (SU LIBRI EVANGELICI PDF)

Aonio Pelario - Ossia la Riforma in Italia  (SU LIBRI EVANGELICI PDF)

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