L'AMORE FRATERNO, IL SEGNO PRINCIPALE E CARATTERISTICO DEL CRISTIANESIMO
Il
cattolicismo, primitivo predicato da Gesù Cristo, dagli Apostoli, e praticato
dai primi credenti, consiste in quarto luogo in un amor sincero dei nostri
fratelli e di tutti gli uomini, scevro da qualunque zelo intollerante, da
spirito di persecuzione, ed altre false idee. È l'amor fraterno che il
Salvatore raccomanda ai suoi, prima e sopra ogni altra cosa: è da questo che
nasce il segno principale e caratteristico del cristianesimo. “Io vi do un
nuovo comandamento,” Egli dice l'ultima sera della sua vita, in quell'ora
santa e solenne; e qual comandamento?... “Che voi vi amiate gli uni gli
altri; acciocchè, come io vi ho amati, voi ancora vi amiate gli uni gli altri”.
L'amore che ci
ha testimoniato è amore senza limiti, sì tenero, sì conciliatore, sì misericordioso,
un amore che lo condusse fino alla morte. Ecco la vera misura, la norma, il
modello dell'amore che dobbiamo avere gli uni per gli altri. Il suo santo amore
che gli fece versare il sangue per noi sulla croce, deve vivere nei nostri
cuori e spingerci come dice S. Giovanni, “a dare la nostra vita per i nostri
fratelli,” come Egli ha donata la vita sua per la nostra.
“Da questo,
dice ancora il nostro Signore, conosceranno tutti che voi siete miei discepoli,
se avrete amore gli uni per gli altri”. È dunque dall'amor fraterno, che si
riconoscono i Cristiani imitatori di Gesù Cristo. Laddove non si riscontra
questo amore, non esiste il vero Cristiano, e non vi ha che illusione ed
inganno.
I Cristiani
che vogliono meritare questo nome, devono amarsi senza sforzo per effetto di un
moto spontaneo e cordiale. E deve essere per loro un tormento, il non poter
attestare a tutti gli altri uomini un amore fraterno. L'amore deve apparire in
loro, e manifestarsi in un modo sì evidente, che non sia necessario ricercarlo
e provocarlo a forza.
Ed è a questo
fine che il Salvatore istituì la santa Cena, convito di unione e di amore fra
Lui ed i suoi membri, affinchè, come dice S. Paolo, “partecipiamo tutti un
medesimo pane, siamo tutti un medesimo corpo”.
È ancora per questo
che lo stesso Apostolo rappresenta altrove l'unione fraterna dei Cristiani come
la connessione dei membri di un solo corpo: “Siete un
sol corpo in Gesù Cristo, voi siete il corpo di Gesù Cristo
di cui egli è il capo” ed ogni Cristiano ne è membro unito a tutti gli
altri. Siccome dunque le membra di un sol corpo partecipano ai patimenti ed al
benessere parziale di ciascuno d'essi, così deve accader riguardo alla
cristianità.
Un membro non
può dire: Che mi importa di questo o di quel membro ? no, tutti sono
strettamente legati uno all'altro. legati uno
all'altro. Nella stessa maniera che il Signore Gesù Cristo pose il
comandamento dell'amore del prossimo, sulla stessa linea del primo e
maggior comandamento di tutti gli altri, quello cioè dell'amore di
Dio, e lo rese con ciò santo ed obbligatorio allo stesso grado, gli
Apostoli del pari lo raccomandavano sempre
caldamente. Che cosa dice su tal rapporto l'Apostolo San
Pietro? “Avendo voi purificate le anime vostre, per l'ubbidienza
alla verità, per lo Spirito, a fraterna carità non finta, portate amore intenso
gli uni agli altri di puro cuore”.
Il vero
cristianesimo non consiste dunque solo in urbanità, in civiltà, in belle
parole, sinte proteste, nè in un amor sensuale e carnale, nè in un attaccamento
basato sull'egoismo; richiede un amore puro, casto, fervido, spirituale, senza
finzione ed ipocrisia. Le parole e le azioni, il cuore e le labbra devono
andare perfettamente d'accordo. Però San Paolo scriveva ai Romani: “La carità
sia senza simulazione; abborrite il male, ed attenetevi fermamente al bene.
Siate inclinati ad avervi gli uni agli altri affezione per amor
fraterno; prevenite gli uni gli altri nell'onore”, e non con finte
proteste.
È nella stessa
maniera che egli raccomanda l'amore fraterno agli Efesi ed ai Colossesi: “Con
ogni umiltà e mansuetudine, scrive ai primi, con pazienza,
comportandovi gli uni gli altri in carità; studiandovi di
servar l'unità dello spirito per lo legame della pace. Vi è
un corpo unico, ed un unico spirito; come ancora voi
siete stati chiamati in un'unica speranza”; ed ai Colossesi: “Vestitevi
dunque, come eletti di Dio, santi e diletti, di viscere di misericordia, di
benignità, d'umiltà, di mansuetudine, di pazienza (virtù tutte figlie della
carità); comportandovi gli uni gli altri, e perdonandovi, se alcuno ha qualche
querela contro ad un altro; come Cristo ancora vi ha perdonati, fate
voi altresì il simigliante. E, per tutte queste cose,
vestitevi di carità, che è il legame della perfezione” (che
unisce per sempre): Queste simili raccomandazioni le ripete in altri
punti delle sue lettere, ma non citerò che questa sola: “Non dobbiate
nulla ad alcuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perchè, chi ama
altrui ha adempiuta la legge”: perchè tutti i comandamenti sono
sommariamente compresi in questo detto: “Ama il tuo prossimo come
te stesso:” l'amore è l'osservanza della legge.
Non è
necessario ricordare fino a qual punto S. Giovanni, l'Apostolo dell'amore,
raccomandava l'amore fraterno ed insisteva sulla osservanza di questo. Non
posso però dispensarmi dal citare qualcuna delle sue parole sopra
questo soggetto, perchè non si possono scrivere nè leggere mai abbastanza: “Chi
dice di essere nella luce, ed odia il suo fratello, è nelle tenebre
fino ad ora. Chi ama il suo fratello dimora nella luce, e non vi è
intoppo in lui. Chi non ama il suo fratello, non è da
Dio. Perciocchè questo è l'annunzio, che voi avete udito dal
principio, che noi amiamo gli uni gli altri. E non facciamo come Caino, il
quale era dal maligno, ed uccise il suo fratello; e per qual cagione
l'uccise egli o perciocchè le opere sue eran malvage, e quelle del suo
fratello giuste. Chiunque odia il suo fratello è micidiale; e
voi sapete che alcun micidiale non ha la vita eterna dimorante in
se. In questo noi abbiamo conosciuto l'amor di Dio, ch' Esso ha
posta l'anima sua per noi; ancora noi dobbiam porre l'anime per gli fratelli.
Diletti, se Iddio ci ha così amati (fino al segno di donarci il suo
Figlio), ancor noi ci dobbiamo amar gli uni gli altri. Se noi ci
amiamo gli uni gli altri Iddio dimora in noi. Se alcuno dice: Io amo
Iddio, ed odia il fratello è bugiardo; perciocchè chi non ama il suo fratello
ch'egli ha veduto, come può amare Iddio ch'egli non ha veduto?”.
Sappiamo che questo
discepolo divenuto vecchissimo, non potendo più andar da sè alle assemblee, vi
si faceva trasportare e non diceva più che queste parole, le quali
non si stancava mai di ripetere: Figlioletti, amatevi gli
uni gli altri.
E i primi
Cristiani apostolici si amavano essi realmente in questo modo?... Gli Apostoli
ne fanno fede. S. Paolo non cessa di rendere grazie a Dio, e di
lodarlo della fede e dell'amore degli Efesi, dei Colossesi, dei
Tessalonicesi. Dice a quest'ultimi: “Ora quant'è all'amore fraterno,
voi non avete bisogno che io ve ne scriva; perciocchè voi stessi siete
insegnati da Dio ad amarvi gli uni gli altri”. Rende onorevole
testimonianza delle Chiese di Macedonia che, come esso dice, (contribuivano
in mezzo alla povertà a sostenere i loro poveri fratelli della Giudea, si
mostravano ben disposti al di là delle loro facoltà e scongiuravano
gli Apostoli di ricevere le loro offerte: scrive agli Ebrei: Iddio
non è ingiusto, per dimenticar l'opera vostra, e la fatica
della carità che avete mostrata inverso il suo nome,
avendo ministrato e ministrando ancora a santi”.
Ma è
sopratutto la storia degli Atti degli Apostoli che ci mostra l'amore con cui i
primi Cristiani si diportavano fra loro. Non si può leggere niente di più bello
di quel che S. Luca racconta, cioè, che erano un sol
cuore, una sola anima, che avevano tutto in comune, che nessuno
parlando dei propri beni li chiamava suoi, e che donavano l'uno a pro
dell'altro tutto ciò che avevano, e perfino la vita.
La loro
ospitalità, il loro amore cordiale, disinteressato, e sincero faceva stupire
gli stessi Gentili; e quando si incontravano ed amichevolmente si
abbracciavano, dandosi il santo bacio, essi stessi non
potevano ritenersi dallo esclamare: “Guardate come si amano!” In qualunque
luogo un Cristiano si incontrasse in un altro, quand'anche non si
fossero mai nè veduti, nè parlato, e che non mostrassero alcuna comunanza, o
qualche vantaggio da sperare l'uno dall'altro, si riunivano però dal primo
momento con un mutuo sincero amore, benchè diversi per condizione,
natali, ricchezze: si amavano, si servivano reciprocamente, ricchi e
poveri, grandi e piccoli, sapienti ed ignoranti. Quand'erano insieme,
cessava ogni distinzione; nessuno si credeva più grande degli altri.
In Gesù Cristo, dice S. Paolo, non vi ha nè uomo nè donna, nè schiavo nè
libero, voi siete uniti in lui, tutti fratelli e sorelle, membri di
un solo corpo, figli di un solo padre.
Or dunque,
dilettissimi, se gettate un'occhiata sulla folla dei sedicenti Cristiani dei
nostri giorni, vedrete subito quanto differiscano dal quadro che vi ho
tracciato, come le tenebre dalla luce, l'inferno dal cielo. E dove troverete
voi l'amore fraterno, quand'anche lo cercaste a mille miglia
attorno? Dov'è che gli uomini si amano, se non sono uniti dal sangue, dagli
interessi, da qualche speranza di vantaggio? Chi si presta senza
farsi pagare, senza speranza di reciprocità? Qual'egoismo,
qual'amor proprio, qual'indifferenza nutrono gli uni per gli altri
!
Quante volte
non si sentono queste pagane espressioni: “Che mi importa di questo? che di
quello?” Come si domanda avidamente prima di fare il più piccolo
servizio al suo prossimo: “Che cosa vi guadagnerò? che cosa me
ne verrà ?” Non mi dà animo terminare il disgustoso quadro della
indifferenza e dell'egoismo degli odierni Cristiani: vi si presenta
ogni giorno allo sguardo con colori ben più vivi di quelli che potrebbe
impiegar il pittore. Egli stessi, questi mondani, si lagnano continuamente
della mancanza d'amore negli altri, provando così l'uno per l'altro
che mancan del segno caratteristico del vero cattolicismo cristiano.
Non vi
lasciate sedurre dalle parole, dalle affettazioni finte e dissimulate di questo
mondo: non vi fidate della insegna, poiché l'albergatore ha nome omicidio e
menzogna, odio ed egoismo. Prendiamo piuttosto sott'occhio il
modello perfetto dell'amore fraterno che abbiamo in Gesù Cristo, e nelle
immagini fedeli che ci presentano gli Apostoli ed i primi Cristiani.
Impariamo da
loro a conoscere il vero amor fraterno, camminiamo sulle loro pedate, se
vogliam farci chiamare Cristiani, e portarne il segno.
- No, non vi è amor fraterno fra i Cristiani d'oggi; ed è perciò che
non vi si riscontra più il primitivo Cristianesimo cattolico. Dicano pure,
declamino, si vantino fin che vogliano di posseder la fede
cattolica, è necessario che mostrino il suggello di questa santa fede, il
segno irrefragabile che ne ha dato Gesù Cristo; è necessario
provino, che realmente poggiano sulla pietra d'amore sopra la quale
Gesù Cristo edificò la sua Chiesa.
Non
vi è altra prova fuori di questa. Quando pervenissero a spostare le
montagne, cosa che non possono fare; quando dessero il loro corpo alle
fiamme, ciò che minimamente non pensano; quando distribuissero tutte
le loro sostanze ai poveri, cosa che si guardano bene di eseguire:
quando parlassero il linguaggio degli angeli, somministrando le più
belle apparenze di santità e dottrina, cose ugualmente rarissime; tutto questo
sarebbe un nulla, senza l'amore, e senza l'amore fraterno. E che si
dovrà poi dire dell'amore dei nemici, che Gesù Cristo ed i suoi
Apostoli hanno raccomandato con tanto calore, facendone un dovere dei più
indispensabili, una condizione della salvezza?
Questo amore
che risplendeva sì chiaramente fra i primi Cristiani, i
quali sull'esempio di Gesù Cristo pregavano pei loro uccisori,
facevano del bene ai loro persecutori, supplicavano quando erano
ingiuriati, e benedivano chi li malediva ! Oh, come sono diverse
le cose fra i nostri Cristiani! e siamo giunti al punto
che chi crede realmente in Gesù Cristo, chi professa e pratica in parole ed in
fatti il vero primitivo cattolicismo, ha ragione di credersi fra i primi persecutori
dei Cristiani piuttosto che fra i fedeli medesimi.
Non vi ha chi
calunni, sprezzi, perseguiti più crudelmente dei sedicenti
Cristiani, di coloro che cercano imitare Gesù Cristo ed i primi
discepoli, di quelli che si dicono Cristiani e non lo sono: avviene
precisamente quello che prediceva Gesù Cristo: “Crederanno fare cosa
gradevole al Signore uccidendovi”.
Credono essere
autorizzati a coprire d'obbrobrio, di odio, chi non vanta e
non pratica con loro il Cristianesimo anticristiano, freddo, privo di vita
e tutto meccanismo, credono poterlo coprire di obbrobrio, di odio e
bestemmie, con il più stolto zelo. Dove si riscontrano i segni di
quell'amore che soffre tutto, che spera tutto, che sopporta tutto, e
senza del quale lo zelo, la fede, il culto, e perfino lo
stesso amor di Dio, è senza valore ed
efficacia?
Lungi dunque
da noi, miei cari, un Cristianesimo così empio, che perseguita e
detesta, irrita e ferisce. Ricerchiamo il Cristianesimo primitivo e veramente
cattolico, che è tutto amore, tolleranza e fraternità;
camminiamo sulle tracce di Gesù Cristo, degli Apostoli, e dei primi
Cristiani che non perseguitavano alcuno, ma che tolleravano invece le
persecuzioni, che non insultavano nè odiavano alcuno, e si
vendicavano invece con delle preghiere, delle benedizioni, dei benefici.
- Non credete a colui che si dà per Cristiano e
sembra pieno di zelo per la Chiesa cattolica, non gli credete,
se perseguita, se ingiuria, se condanna con un amaro zelo.
Egli non è
zelante che per una parola, che per la corteccia della cosa, ma la cosa stessa
non la conosce affatto. L'amore non è presente nel suo cuore, lo spirito del
vero Cristianesimo tace in lui, ma vi parla invece lo spirito di uno
zelo pieno di fiele, lo spirito di Caino, di Esaù, della sinagoga, della serva
Agar, e del beffeggiatore Ismaele, imperocchè “quel ch'era generato
secondo la carne perseguiva quel ch'era generato secondo lo spirito”;
così ancora avviene al presente. L'amore, l'amore di Gesù Cristo e
del prossimo, ecco l'anima del vero Cristianesimo, del Cristianesimo
apostolico.
Laddove manca
l'amore, e ove regna l'odio, lo zelo pieno di fiele, la sete del
sangue, là, troverete, forse per abuso, il nome di cattolicismo; ma il
Cristianesimo non vi si riscontra, ne è lontano come il cielo lo è dalla terra:
l'albero si riconosce dai frutti.
Tratto da: Il cattolicesimo apostolico primitivo
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