CRISTO E I DUE LADRONI

J. C. Ryle
(1816-1900)


Or uno dei malfattori appesi lo ingiuriava, dicendo: «Se tu sei il Cristo, salva te stesso e noi». Ma l'altro, rispondendo, lo sgridava dicendo: «Non hai neppure timore di Dio, trovandoti sotto la medesima condanna? Noi in realtà siamo giustamente condannati, perché riceviamo la dovuta pena dei nostri misfatti, ma costui non ha commesso alcun male». Poi disse a Gesù: «Signore, ricordati di me quando verrai nel tuo regno». Allora Gesù gli disse: «In verità ti dico: oggi tu sarai con me in paradiso». Luca 23:39-43

Suppongo, o Lettore, che tu conosca tali versi. Sarebbe davvero strano se tu li ignorassi. Fra i passi del Nuovo Testamento, questi sono tra i più familiari alle orecchie dell’uomo.

Ed è non solamente giusto, ma anche molto buono che simili passi siano ben conosciuti. Essi furono di conforto a molti spiriti afflitti. Han posto in calma molte coscienze agitate. Sono stati balsamo salutare per molti cuori feriti. Hanno agito qual medicina su molte anime inferme. Più volte han reso men duro il letto della morte al moribondo. Ovunque il Vangelo di Cristo è predicato, essi saranno  sempre onorati, amati e ricordati.

Desidero, o Lettore, intrattenerti intorno a questi versi. Concedimi la tua attenzione, mentre cerco di spiegare le lezioni principali che intendono insegnare. Io non conosco lo stato del tuo cuore davanti a Dio, ma trovo in questi testi verità tali, che nessun uomo potrà mai conoscere a sufficienza.

I. Primariamente tu puoi apprendere da questi versi il potere e la volontà di Cristo nel salvare i  peccatori. È questa la dottrina principale, che si può ricavare dalla storia del ladro penitente.

Vi chiedo se esiste un caso che possa sembrare più difficile e disperato di quello di questo ladro penitente di un tempo?

Era un uomo malvagio, un malfattore, un ladro, se non un assassino. Questo lo sappiamo, perché solo queste persone venivano crocifisse. Egli subiva una giusta punizione per aver infranto le leggi. E come aveva vissuto da malvagio, così sembrava determinato a morire da malvagio, perché quando fu crocifisso, inizialmente si scagliò contro il nostro Signore.

Ed era un uomo morente. Era appeso lì, inchiodato ad una croce, dalla quale non sarebbe mai sceso vivo. Non aveva più il potere di muovere mani e piedi. Aveva le ore contate. La tomba lo attendeva. Non c'era che un passo tra lui e la morte.

Se mai ci fu un'anima che si librasse sull'orlo dell'inferno, era l'anima di questo ladro. Se mai ci fu un caso che sembrava perso, andato, e oltre il recupero, era il suo. Se mai vi fu un figlio di Adamo di cui il diavolo si assicurò che fosse suo, fu proprio quest'uomo.

Ma guardate ora cosa è successo. Cessò di inveire e di bestemmiare, come aveva fatto nel primo momento. Cominciò a parlare in un modo completamente diverso. Si rivolse in preghiera al nostro Signore benedetto. Pregò Gesù di "ricordarsi di lui quando sarà entrato nel suo regno". Chiese che la sua anima fosse curata, che i suoi peccati fossero perdonati e lui stesso pensava ad un altro mondo. Davvero questo è stato un cambiamento meraviglioso.

E poi segnati che tipo di risposta ha ricevuto. Qualcuno avrebbe potuto affermare che egli fosse un uomo troppo malvagio per essere salvato. Ma non era così. Qualcuno avrebbe immaginato che fosse troppo tardi: la porta era chiusa, e non c'era spazio per la pietà. Ma non è stato affatto troppo tardi. Il Signore Gesù gli restituì una risposta immediata e piena di amore, lo assicurò che sarebbe con lui quel giorno stesso in Paradiso; lo perdonò completamente, lo purificò completamente di tutti i suoi peccati, lo ricevette in grazia, giustificandolo gratuitamente, lo strappò dalle porte dell'inferno, e gli diede diritto alla gloria celeste. Fra tutta la moltitudine delle anime salvate, nessuna ha mai ricevuto una più gloriosa sicurezza della sua salvezza, come la ricevette questo ladrone pentito. Si esamini pure tutta la Bibbia, dalla Genesi alla Rivelazione; non si troverà nessun altro a cui siano state dette queste parole: « Oggi tu sarai con me in Paradiso »

Lettore, mai diede Gesù Cristo una prova più completa del suo potere e della sua volontà nel salvare, come in questa occasione. Nel giorno in cui sembrava più debole, più impotente, egli dimostrò di essere un forte liberatore. Nell’ora in cui il suo corpo era fra gli spasmi della morte, dimostrò che poteva nutrire sentimenti di tenerezza per gli altri. Nel momento in cui stava per esalare l’ultimo respiro, egli dona la vita eterna ad un peccatore.

Ora, non ho io ragione nel dire: « Gesù Cristo può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio? » (1) Eccotene una prova: se c’era un peccatore, che avesse meno speranza di esser salvato, era certamente quel ladro. Eppure egli fu tolto come un tizzone dal fuoco.

Non ho io ragione nel dire: « Cristo riceve ogni povero peccatore, che a lui si rivolga pregando con fede, e che nessuno sarà da lui rigettato? » Ne vuoi una prova? Eccotela: se vi fu mai chi sembrasse troppo malvagio per essere esaudito, era certamente quel malfattore. Eppure la porta della misericordia fu spalancata anche per lui. 

Non ho io ragione nel dire : « Noi siamo salvati per grazia, per mezzo della fede, e non per le opere; non temere, ma credi soltanto? » (2) Ne vuoi la prova? Eccotela: quel ladro non era mai stato battezzato. Non apparteneva ad alcuna Chiesa visibile. Non ha mai ricevuto la comunione del Signore. Non fece mai alcuna opera per Gesù Cristo. Non ha mai dato del denaro per la causa di Cristo. Ma aveva fede, e così fu salvato. 

Non ho io ragione nel dire: « La più piccola fede, purché sia vera, ha il potere di salvar l’uomo? » Eccotene la prova: la fede di quel ladrone era nata in quel momento, ma fu essa che lo condusse a Cristo, e lo salvò dall’ inferno.

E chi potrebbe mai disperare della salvezza con passi simili a questi nella Bibbia? Gesù è un medico, che può curare anche dai casi più disperati. Egli può risuscitare le anime già morte; e far sì, che le cose, che non sono, acquistino l’esistenza.

Chi mai dopo ciò potrebbe disperare? Gesù è oggi quello stesso che era secoli fa. Le chiavi della morte e dell’ inferno sono nelle sue mani. Quando egli apre, nessuno può chiudere.

Che importa se le tue colpe sono più numerose dei capelli della tua testa? Che importa se le tue malvage abitudini sono cresciute insieme con te, ed hanno acquistato con gli anni una forza maggiore? Che importa se tu hai odiato il bene ed hai amato il male tutti i giorni della tua vita? Tali cose sono davvero tristissime; ma pure c'è speranza anche per te. Cristo ti può guarire, Cristo ti può far mondo, Cristo può rialzarti dallo stato più basso. Le porte del cielo non sono chiuse per te. Cristo può introdurti nella sua gloria, purché tu rimetta umilmente l’anima tua nelle sue mani.

Lettore, i tuoi peccati sono perdonati? Se non lo sono, ti presento oggi la via di una salvezza piena e gratuita. Ti invito a seguire le orme del pentito malfattore. Rivolgiti a Cristo, ed avrai la vita eterna. Ti posso assicurare che questo Gesù è pieno di affetto e di compassione. Egli può fare tutto ciò di cui la tua anima ha bisogno. Anche se i tuoi peccati fossero del colore dello scarlatto, egli li farà bianchi come la neve; anche se sono rossi come la porpora, diverrano candidi come la lana (3). Perché non dovresti essere salvato come un altro? Rivolgiti a Gesù Cristo con fede, ed avrai la vita eterna.

II. La seconda lezione, che possiamo ricavare da questi passi è che: Se alcuni son salvi all'ultimo momento della vita, altri non lo sono. È questa una verità che non si deve mai dimenticare; ed io non potrei passarla sotto il silenzio. È una verità, che risulta chiara e lampante nella triste fine dell'altro malfattore, e che purtroppo viene spesso dimenticata. Che mai avvenne dell’altro ladrone crocifisso? Perchè non si rivolse al Signore, detestando le sue colpe? Perchè rimase inflessibile e impenitente? Perchè infine non fu salvato?

E' inutile sforzarsi di rispondere a queste domande. 

Accontentiamoci di prendere il fatto come sta, e vediamo cosa intende insegnarci. Non c'è ragione d’altronde, di affermare che questo ladro fosse peggiore del suo compagno. Non vi è nulla che lo possa provare. Entrambi erano chiaramente uomini malvagi. Entrambi soffrivano la giusta pena per i loro delitti. Entrambi pendevano dall’uno e dall’ altro lato del Salvatore. Entrambi lo intesero pregare per i suoi crocifissori. Entrambi lo videro soffrire con rassegnazione. Ma mentre uno si pente, l’altro si ostina nel suo peccato. Mentre uno comincia a pregare, l'altro prorompe in bestemmie. Mentre uno si convertiva nelle sue ultime ore di vita, l'altro moriva malvagio così com’era vissuto. Mentre uno ascende al Paradiso, l’altro piomba nel luogo del suo destino, fra i demoni e gli angeli ribelli. 

Ora queste cose sono scritte per nostra ammonizione. In questi versi abbiamo ammonizione e conforto; non una semplice ammonizione, ma una delle più solenni. Essi mi dicono ad alta voce che, anche se alcuni si pentono e si convertono sul loro letto di morte, non ne consegue affatto che il letto di morte sia sempre per tutti un luogo di salvezza. Mi dicono ad alta voce che, due uomini possono aver la stessa opportunità di salvare la propria anima, esser messi nella stessa posizione, vedere le stesse cose, sentire gli stessi consigli; eppure, solo uno approfittarsene, pentirsi, credere, ed essere salvo.

Essi mi dicono soprattutto che il pentimento e la fede sono doni di Dio, non dipendono dal potere dell’uomo, e che se qualcuno si lusinga di potersi pentire a suo beneplacito, ricorrere a Dio quando a lui piace, e, come nel ladrone penitente, esser salvato nell’ultima ora; egli corre rischio di trovarsi alla fine  grandemente ingannato.

Ed è cosa utile e vantaggiosa tenerlo presente. C'è un'immensa quantità di illusione nel mondo, migliaia di delusioni su questo soggetto. Io vedo molti lasciarsi sfuggire la vita senza mai prepararsi a morire. 

Scorgo molti altri, i quali sono d'accordo di doversi pentire, ma che sempre protraggono il giorno del loro pentimento. Ed io credo che la gran ragione sia, perchè la maggior parte degli uomini suppongono di potersi rivolgere a Dio appunto quando piace a loro. Essi torcono a loro vantaggio la parabola del vignaiuolo, la quale parla dell’undecima ora, e ne fanno quella applicazione, che mai aveva intenzione di avere. Essi si soffermano sulla parte più gradevole dei versi che stiamo considerando, e dimenticano il rimanente. Parlano del ladrone, che salì al Paradiso e fu salvato, e dimenticano l'altro che morì come visse, e fu perduto.

Lettore, guardati dal cadere in questo inganno. Osserva la storia degli uomini nella Bibbia, ed osserva quanto spesso siano contraddette le nozioni di cui ho parlato. Esamina bene quante prove ci sono, in cui due uomini possono avere la stessa luce e uno solo ne approfitti; e che nessuno ha il diritto di abusare della misericordia di Dio, o di presumere di potersi pentire quando a lui piace.

Guarda Saul e Davide. Hanno vissuto più o meno nello stesso periodo.  Entrambi salirono al medesimo grado. Entrambi occuparono la medesima posizione nel mondo. Entrambi goderono il ministero del medesimo profeta, Samuele. Regnarono entrambi lo stesso numero di anni. Eppure uno fu salvo, l’altro perduto.

Guarda Sergio Paolo e Gallio. Entrambi furono governatori romani. Entrambi furono uomini saggi e prudenti nel loro tempo. Entrambi intesero predicare l’Apostolo Paolo. Ma uno solo credette e fu battezzato, l’altro « non si  curava di nessuna di queste cose » (Atti: 18,17).

Dai un’occhiata al mondo che ti circonda. Osserva ciò che accade continuamente sotto i tuoi occhi. Bene, spesso due sorelle frequentano lo stesso pastore, ascoltano le medesime verità, intendono gli stessi sermoni, eppure solo una si convertirà a Dio, mentre l'altra rimarrà totalmente insensibile. Due amici spesso leggono lo stesso libro religioso. L’uno ne resta talmente toccato, che lascia tutto per Gesù Cristo; l’altro non ne ricava alcun frutto, e continua la stessa vita come prima. 

Nessun uomo ha un mandato per dire: "La salvezza è in mio potere".

Io non pretendo, o Lettore, di spiegare tali cose. Le metto davanti a te come grandi fatti, e ti prego di considerarli bene. Non devi fraintendermi. Non voglio scoraggiarti. Io ti dico queste cose con il cuore in mano, per avvertirvi del pericolo che ti sovrasta. Non lo faccio per scacciarti dal Cielo, ma bensì per indirizzarti verso di esso, e per ricondurti a Cristo, mentre egli può essere ancora trovato. 

Bada bene di non cadere in presunzione. Non abusare della bontà e della misericordia di Dio. Non rimanere nel peccato, te ne scongiuro. Non immaginare di poterti pentire, credere ed esser salvo, soltanto a tuo piacimento, quando ti aggrada, quando ne hai voglia, e quando ti sembra opportuno. 

Io per quanto mi riguarda, vorrei sempre metterti dinanzi una porta aperta. Vorrei sempre dirti : Finché c'è vita, c’è ancora speranza. Ma se sei saggio, non trascurare ciò che concerne la tua propria salvezza. Bada bene di non assopire i buoni pensieri e le sante convinzioni, qualora tu ne abbia. Apprezzale e coltivale, altrimenti le perderai per sempre. Fa di tutto per ritenerle, altrimenti spiegheranno le ali, e voleranno via. Senti qualche inclinazione verso la preghiera? Mettila subito in pratica. Hai tu idea di cominciare realmente a servire Cristo? Fallo subito. Ti penetra nel cuore qualche raggio della verità divina? Che la tua vita brilli di quella luce. Non scherzare con le opportunità, altrimenti verrà il giorno in cui tu vorrai farne uso, e non potrai. Non indugiare più in lungo, altrimenti diverresti saggio troppo tardi.

Tu forse dirai : « Per pentirsi non è mai troppo tardi ». Ed io ti rispondo che ciò è abbastanza vero; ma raramente il ravvedimento tardivo è autentico. Anzi vado anche oltre, e dico che non puoi esser certo, procrastinando il tuo pentimento, che tu alla fine ti pentirai. Tu potrai dire: « E perchè avrò io da temere? Il ladrone pentito fu salvo ». Io ti rispondo che ciò è vero, ma leggi di nuovo quel passo, il quale ti dice che l'altro ladrone fu perduto. 

III. La terza lezione, che si può trarre dai citati versi, è questa: Lo Spirito di Dio conduce sempre le anime a salvezza per uno stesso sentiero. 

È questo un punto, che merita una particolare attenzione, e che è ben spesso trascurato. Gli uomini guardano sempre al gran fatto, che il pentito ladrone fu salvato nell’ultima ora della sua vita, non vanno più in là con il pensiero. Essi non considerano le evidenze che questo ladro lasciò dietro di sè, nè tengono conto delle abbondanti prove, che egli diede dell’opera dello Spirito nel suo cuore. Desidero dunque  portarti all'attenzione di queste prove. Desidero mostrarti che lo Spirito di Dio opera sempre in una sola maniera, e che, sia che Egli converta un’anima in un’ora, come fece con il ladrone pentito, sia che Egli la converta per gradi, come ha fatto in tanti altri; i passi, con i quali conduce le anime al cielo, sono sempre gli stessi.

Ascoltami, o Lettore; ed io proverò a renderti chiara questa mia proposizione. Desidero scrollarti di dosso la falsa idea comune che ci sia una facile strada dal letto di morte al cielo. Voglio farti capire bene che ogni anima salvata passa attraverso la stessa esperienza e che i più importanti principi guida che si ricavano dalla religione del ladro pentito, sono esattamente gli stessi di quelli del più antico santo, che sia mai vissuto. 

Osserva in primo luogo quanto era viva la fede di quest'uomo.

Egli chiamò Gesù Cristo, « Signore » Dichiarò che Egli avrebbe avuto un regno. Lo credette capace di dargli la vita eterna e la gloria; e, in questa credenza, a Lui rivolse la sua preghiera. Lo proclamò innocente di tutte le accuse scagliate contro di Lui. « Quest’ uomo » egli dice, « nulla ha fatto di male » (4). Forse anche altri avranno creduto che il Signore era innocente, nessuno però lo disse così apertamente quanto questo povero moribondo.

E quando avvenne tutto questo? Avvenne quando l'intera nazione ebbe rinnegato Cristo, gridando : « Crocifiggilo, crocifiggilo (5) non abbiamo altro re fuor che Cesare »; quando i capi dei sacerdoti e dei farisei lo dichiararono colpevole e degno di morte; quando perfino i suoi discepoli stessi l'ebbero abbandonato, e si erano dati alla fuga; quando egli era pendente, svenuto, insanguinato e moribondo su di una croce, annoverato tra i malfattori, e tenuto per maledetto. Fu questo il momento, in cui questo ladro credette in Gesù, e a Lui diresse la sua preghiera. Certo che una tal fede non si era mai vista da che mondo era mondo.

I discepoli avevano visto segni e miracoli potenti. Avevano visto i morti risorgere ad una parola, i lebbrosi guarire ad un tocco, i ciechi diventare vedenti; i muti snodare la loro lingua, gli storpi svincolare le loro gambe. Essi avevano visto immense turbe cibate con pochi pani e con pochi pesci. Avevano visto il loro Maestro camminare sulle onde come sulla terra solida. Tutti lo avevano sentito parlare come nessun altro uomo aveva mai parlato, e rivelare promesse di buone cose, che dovevano ancora avvenire. Alcuni di loro ebbero un saggio della sua gloria sulla montagna nella trasfigurazione. La loro fede fu senza dubbio un dono di Dio; ma pure, essi ebbero moltissimi aiuti.

II ladrone moribondo non vide nessuna di queste cose. Egli vide soltanto il nostro Signore in agonia, debole, ed in preda ai più acuti dolori. Lo vide sottoposto ad una disonorevole punizione, abbandonato, beffeggiato, disprezzato, bestemmiato. Lo vide rigettato da tutti i grandi, da tutti i saggi e da tutti i nobili del proprio suo popolo. Egli vide la sua forza inaridita come un coccio, e trascinar la sua vita al sepolcro (Salmi, 22,15; 88,3). Non vide nè scettro, nè diadema reale, nè dominio terrestre, nè gloria, nè maestà, nè potere, nè segno alcuno di potenza. Eppure il moribondo ladrone credette e rivolse gli sguardi al regno di Cristo.

Lettore, vuoi tu conoscere se possiedi lo Spirito di Dio? Se è così, rifletti alla domanda che ti faccio in questo giorno: Dov’è la tua fede in Gesù? 

Osserva, in secondo luogo, quale retto sentimento delle proprie colpe aveva questo ladro. Egli dice al suo compagno: « Noi riceviamo la giusta ricompensa dei nostri delitti ! » (6). Egli confessa la sua malvagità, e la giustizia del suo supplizio. Non cerca in alcun modo di giustificarsi, nè trova scuse per i suoi misfatti. Egli parla come un uomo umiliato ed abbattuto dalla rimembranza delle sue passate colpe. Questo è quello che sentono tutti i figli di Dio.

Essi son pronti a confessare di essere poveri peccatori meritevoli dell’inferno. Essi possono dire, tanto col cuore, che con le labbra: « Abbiamo omesso di fare quelle cose, che avremmo dovuto fare, ed abbiam fatto quelle cose, che non dovevamo fare, e non c'è in noi alcun bene » (7).

Lettore, vuoi conoscere se possedi lo Spirito di Dio? Se è così, rifletti alla mia domanda: Ti senti tu un peccatore?

Osserva in terzo luogo quale amore fraterno manifesta questo ladro verso il suo compagno. Egli cerca di trattenerlo dalle sue ingiurie e bestemmie, e di ridurlo a miglior consiglio. « Non temi tu Dio » egli dice, « essendo tu nello stesso supplizio? » (8) Non c'è più sicura manifestazione della grazia quanto questa. La grazia scuote l’uomo dal suo egoismo e lo rende sensibile verso le anime degli altri. Appena la donna samaritana fu convertita, lasciò il suo secchio e corse alla città, dicendo: « Venite a vedere un uomo, il quale mi ha detto quanto ho mai fatto; non è egli il Cristo? » (Giov. 4,29).
Quando Saulo si convertì, si recò immediatamente presso la sinagoga in Damasco, e testimoniò ai suoi fratelli d'Israele che Gesù era il Cristo. (Atti, 9,20). 

Lettore, vuoi tu conoscere se hai lo Spirito di Dio? Se è così, dov’è mai la tua carità ed il tuo amore per le anime?

In una parola, tu vedi nel caso del pentito ladrone un’opera perfetta dello Spirito Santo. In essa puoi scorgere ogni traccia del carattere del credente. Per breve che sia stata la sua vita dopo la conversione, trovò tempo di lasciare a noi abbondanti prove che egli era un figlio di Dio. La sua fede, la sua preghiera, la sua umiltà, il suo amore fraterno, sono testimonianze inequivocabili della realtà del suo pentimento. Egli non era pentito soltanto di nome, ma in fatti ed in verità.

Nessuno pensi dunque, che siccome il ladrone fu salvo, così uno possa esser salvato senza lasciare alcun segno dell’opera dello Spirito. Considera bene quali prove lasciò quest’uomo dietro di sé, e si prenda come norma.

E' doloroso sentire talvolta quello che la gente dice riguardo a quelli che chiamano: Segni di contrizione sul letto di morte. È davvero terribile osservare quanto poco basti per soddisfare alcune persone e quanto facilmente si persuadano che i loro amici siano andati nel Paradiso. Vi diranno, quando un loro parente è morto, che « un giorno egli fece una bellissima preghiera, o che parlò tanto bene, o che fu così pieno di rimorsi per le sue vecchie abitudini, che si propose di viver meglio qualora avesse ricuperata la sua salute, o che egli non desiderava più nulla in questo mondo, o che ebbe piacere che qualcuno gli leggesse libri devoti, e pregasse con lui ». E perchè possono presentare tali cose, sembra loro di avere una fondata speranza della sua salvezza. Cristo può non essere mai stato nominato, la via della salvezza può non essere mai stata menzionata - ma non importa; si è parlato un po' di religione, e così si accontentano.

Ora non ho alcun desiderio di ferire i sentimenti di chi legge questo scritto, ma mio dovere è quello di parlare apertamente di questo argomento e lo farò.
Lo dirò una volta per tutte, come regola generale: non c'è cosa così poco soddisfacente come i segni di contrizione sul letto di morte. Le cose che gli uomini dicono, i  sentimenti che esprimono, quando sono malati e spaventati, non ne possiamo fare un gran conto. Spesso, troppo spesso, simili sentimenti non sono che il risultato della paura, e non scaturiscono dal fondo del cuore. Spesso, troppo spesso, sono parole dette per abitudine, carpite dalle labbra dei ministri del Vangelo o di amici devoti, ma evidentemente non sentite. E nulla può provar tutto questo più chiaramente, quanto il noto fatto che la maggior parte delle persone che fanno promesse di ammenda sul letto di morte, se recuperano la salute, ritornano al peccato e al mondo.

Quando un uomo ha vissuto una vita di spensieratezza e follia, ho bisogno di qualche cosa di più oltre le poche vaghe parole e buoni desideri per rassicurarmi in quanto alla sua anima, quando giunge al letto di morte. 

A me non basta che mi inviti a leggergli la Bibbia, pregare per lui al capezzale; e che dica « di non aver pensato troppo alla religione, come avrebbe dovuto, e che diventerebbe un altro uomo, se solo recuperasse la salute. » Tutto questo non mi soddisfa, nè posso tranquillizzarmi riguardo il suo stato. E' certamente meglio che nulla, ma non è conversione. E' cosa buona in sè stessa, ma non è fede in Cristo. Finché non vedo conversione e fede in Gesù, non posso e non oso ritenermi soddisfatto. Altri potranno esserlo, se vogliono; potranno dire dopo la morte del loro amico: « Speriamo che egli sia andato nel Paradiso ». Da parte mia preferisco non dire nulla e tenere a freno la lingua. Io mi accontenterei della più piccola misura di pentimento e di fede in un moribondo, anche se non è più grande di un granello di senape; ma accontentarmi di qualcosa, che non sia nè pentimento nè fede, a me sembra solo l’anticamera dell’ incredulità.

Lettore, che tipo di prove credi di poter lasciare dietro di te, riguardo lo stato della tua anima? Prendi esempio dal ladrone pentito, e così farai bene.

Quando ti avremo portato nel tuo angusto letto, evita di cacciare parole vaghe e brandelli di religione, per farci credere che tu sia un vero credente. Non lasciarci dire in modo esitante l'uno all'altro: « Spero che egli sia salvo: quel giorno parlò così bene; in quell'altro ascoltò con sommo piacere la lettura di un capitolo della Bibbia, ed ebbe affetto per quella persona, che è veramente un buon uomo ».

Permettici al contrario, che noi possiamo parlare in modo deciso sulla tua condizione. Permettici di avere evidenti prove del tuo pentimento, della tua fede, della tua santità, tali che nessuno possa dubitare per un momento del tuo stato. Credimi, senza questo, coloro che lascerai dietro a te, non potranno provare alcun solido conforto riguardo all’anima tua. Noi compiremo nelle tue esequie le dovute cerimonie della religione, e pronunzieremo speranze di carità. Verremo ad incontrarti alla porta del cimitero, e diremo: « Beati i morti che muoiono nel Signore! » Ma questo non altererà la tua condizione (9). Se muori senza esserti convertito a Dio, senza pentimento e senza fede, il tuo funerale sarà solo il funerale di un’anima perduta (10).

IV. Infine, tu puoi apprendere da questi versi, che i credenti in Cristo, quando muoiono, sono con il Signore.

Questo puoi ricavarlo dalle parole del nostro Signore al ladrone pentito: « Oggi tu sarai con me nel Paradiso ». Troverai un’espressione molto simile a questa nell’Epistola ai Filippesi, quando Paolo dice che egli brama di « partire da questa tenda, e di stare con Cristo » (Filippesi 1, 23). 

Io non dirò che poche cose su questo soggetto, mettendolo semplicemente sotto i tuoi occhi come materia di tua meditazione privata: per me è un soggetto ripieno di conforto e di pace. 

I credenti, dopo la morte, sono « con Cristo » Queste parole rispondono a molte domande difficili che altrimenti potrebbero imbarazzare la mente travagliata ed irrequieta dell’uomo. La dimora dei santi trapassati, le loro gioie, i loro sentimenti, la loro felicità, tutto sembra contenersi in queste semplici espressioni : « Essi sono con Cristo ».

Non posso dare spiegazioni (11) complete sullo stato dei credenti defunti. È un argomento alto e profondo, tale che la mente dell’uomo non può afferrare nè comprendere. So che la loro felicità è piccola in confronto a quella che sarà quando i loro corpi risorgeranno di nuovo e Gesù ritornerà sulla terra. Eppure, io so che essi godono di un tranquillo riposo, un riposo dalle fatiche, un riposo dagli affanni, un riposo dalle pene (12), ed un riposo dal peccato. Ma dal fatto che io non posso spiegare queste cose, non ne consegue che non sono persuaso che essi sono molto più felici di quanto lo furono mai sulla terra. Scorgo la loro felicità in questo passo solenne: « Essi sono con Cristo » e quando vedo questo, io vedo abbastanza.

Se le pecore sono insieme al pastore, se i membri sono insieme al Capo, se i figli della famiglia di Cristo sono insieme con Colui che li amò e li condusse tutti i giorni nel loro terrestre pellegrinaggio, tutto deve andar bene. Non posso descrivere che tipo di luogo sia il Paradiso, ma non potrei domandare una visione più splendida di questa, la presenza di Cristo. Ogni altra cosa che l’ immaginazione  dipinga del Paradiso, è un nulla al paragone di questa.

Come Egli sia lì, ed in qual modo vi sia, io non lo so. Lasciatemi soltanto vedere Cristo nel Paradiso quando i miei occhi staranno per essere chiusi dalla morte, e questo mi basta. Disse bene disse il Salmista: « c'è abbondanza di gioia alla tua presenza »  (13).

Fu un autentico detto quello una ragazza in punto di morte, quando la madre cercò di consolarla, facendole la descrizione di quello che sarebbe stato il Paradiso: « Là, disse alla ragazza, là tu non avrai nè pene nè malattie; là tu vedrai i tuoi fratelli e le tue sorelle, che ti hanno preceduta; e sarai eternamente felice » « Ah! madre mia, rispose la ragazza, in Paradiso c'è una cosa migliore di tutte le altre, ed è che in esso si trova Cristo ».

Può darsi, o Lettore, che tu non pensi molto alla tua anima. Può darsi che tu conosca poco riguardo Cristo come tuo Salvatore, e che tu non abbia mai provato per esperienza quanto egli sia prezioso. E ciò nonostante speri forse di andartene dopo morte nel Paradiso. Certamente questo passaggio è tale che dovrebbe farti riflettere. Il Paradiso è il luogo dove si trova Cristo. È dunque un luogo dove tu puoi essere felice?

Lettore, può darsi che tu sia un vero credente, ma tuttavia, forse tu tremi al pensiero della tomba. Essa ti sembra fredda e silenziosa. Tutto ti si presenta davanti come oscuro, tenebroso e senza conforto. Non temere; anzi fatti coraggio con queste parole (14): Tu andrai nel Paradiso, e nel Paradiso c’è Cristo. 

L’ultima cosa che puoi imparare da questi versi è questa, l'eterna dimora dell'anima di ogni uomo è vicina a lui . « Quest' oggi, » disse il nostro Signore al pentito ladrone, « quest’ oggi tu sarai con me nel Paradiso. » Egli non parlò di un periodo remoto, non parla della sua entrata in uno stato di felicità come di una cosa « lontana. » Egli disse: « Quest’ oggi, » quest’ oggi medesimo, in cui sei sospeso alla croce. Lettore, oh quanto è vicina la parola « quest’ oggi! » Oh! Quanto è terribilmente vicina tale parola che porta nella nostra eterna dimora ! Felicità o miseria, gioia od affanno, la presenza di Dio o la compagnia dei demoni; tutto questo ci sta accanto. « Non c'è che un solo passo, » dice Davide, « fra me e la morte » (Salmi 20,3). Non c’ è che un solo passo, possiamo dire, tra noi e il paradiso o l'inferno.

Nessuno di noi se ne rende conto come dovrebbe. È ormai tempo di scuoterci dal letargico stato mentale in cui siamo intorno a questa materia. Siamo portati a parlare e a pensare, anche sui credenti, come se la morte fosse un lungo cammino, come se il santo moribondo si fosse imbarcato per un lungo viaggio.

È tutto sbagliato, no, non va bene. Il loro porto e la loro dimora è vicina, e già ci sono entrati. Alcuni di noi sanno per amara esperienza, quale lungo e faticoso spazio di tempo corre tra la morte di coloro che amiamo, e l’ora in cui diamo ad essi l’ultimo sguardo presso il sepolcro. Tali giorni sono i più lenti, i più tristi e i più pesanti della vita. Ma, benedetto sia Dio! le anime sante dei trapassati son libere dal momento in cui hanno esalato l'estremo sospiro. Nel mentre che noi stiamo piangendo, che prepariamo la bara , che ci vestiamo a lutto, e che facciamo gli ultimi dolorosi preparativi, le anime dei nostri cari godono già la presenza di Cristo. Esse sono eternamente libere dal peso della carne. Sono dove i malvagi smettono di tormentare, dove riposano gli stanchi (Giobbe, 3,17).

Lettore, il giorno stesso in cui i credenti muoiono, si trovano in Paradiso. La loro battaglia è finita, la loro lotta ha cessato. Sono passati per quella tenebrosa valle, per dove un giorno dovremo passare pure noi. Hanno varcato quel fiume oscuro, che un giorno noi pure varcheremo. Hanno bevuto l’ultimo calice amaro, che il peccato ha mescolato per l’uomo. Sono giunti là, dove i sospiri e le pene non sono più. Certo, non dovremmo desiderare che essi ritornino fra di noi. Non dovremmo piangere per loro, ma per noi stessi.

Noi siamo tuttora in guerra, ma essi sono in pace. Noi stiamo lavorando, ma essi sono nel riposo. Noi vegliamo, ma essi dormono. Noi indossiamo la nostra armatura spirituale, ma essi l’hanno già deposta per sempre. Noi siamo tuttora in mare, ma essi sono in porto. Noi abbiamo lacrime, ma essi hanno la gioia. Noi siamo stranieri e pellegrini, ma essi sono nella loro casa. 

Certo, i morti in Cristo stanno meglio che i vivi. Certo, appena un povero santo muore, egli è subito più nobile e più felice del più alto personaggio su questa terra.

Temo che ci sia una grandissima delusione su questo punto. Temo che molti, benché non sono membri della Chiesa romana, e di conseguenza non credono nel Purgatorio (15), nondimeno abbiano nelle loro menti qualche strana idea circa le immediate conseguenze della morte. Temo che molti abbiano una specie di vaga nozione  che ci sia un certo intervallo, o spazio di tempo, tra la morte e il loro eterno avvenire. Immaginano di dover passare per una specie di stato purificatore, e che, sebbene muoiano indegni del Paradiso, tuttavia alla fine devono incontrarsi tutti lì.

Ma pure non sarà così. Non c'è alcun cambiamento dopo la morte. Nella tomba non c'è più spazio per la conversione. Non ci vien dato un cuore nuovo dopo l’ultimo respiro. Nel giorno in cui la nostra barca si distacca dal lido, se ne distacca per sempre; nel giorno in cui ci dipartiamo da questo mondo, comincia la nostra condizione eterna. Da quel giorno non c'è nessuna alterazione spirituale, nessun cambiamento spirituale. Come moriremo,  giusti o reprobi, così ancora resteremo dopo la morte. L’albero giace là, dove cade.

Lettore, se tu non sei un uomo convertito, questo deve farti molto riflettere. Sai che tu sei vicino all’inferno? Questo stesso giorno tu potresti morire, e, se muori fuori da Cristo, tu riaprirai gli occhi nell’ inferno e fra i tormenti.

Se poi, o Lettore, tu fossi un vero Cristiano, sappi che sei più vicino al Paradiso di quello che pensi. Se quest’ oggi il Signore ti chiamasse a sè, ti ritroveresti immediatamente nel Paradiso. Il fortunato paese della promessa è a te vicino. Gli occhi, che avrai chiusi fra la fiacchezza e le angoscie, li riaprirai ad un tratto in un glorioso riposo, tale, che la mia lingua non potrà mai descrivere.

Ed ora lasciami dire poche parole per concludere, e così avrò finito. Questo scritto può cadere nelle mani di qualche peccatore umile e dal cuore contrito. Sei forse tu quel tale? Se è così, fatti coraggio. Osserva ciò che fece il ladrone pentito, e fai altrettanto.

Osserva come egli pregò, osserva come si rivolse al Signor Gesù Cristo, osserva quale risposta di pace egli ottenne. Fratello o sorella, e perchè non farai tu lo stesso? E perchè non sarai salvo pure tu?

Questo scritto può cadere nelle mani di qualche superbo e presuntuoso di questo mondo. Sei forse tu quel tale? Se così è, bada bene a ciò che fai. Osserva che il ladro impenitente morì tale come era vissuto; guardati dal non fare la stessa fine. Oh! traviato fratello o sorella, non fidarti troppo, altrimenti tu morrai, morrai nei tuoi peccati. Cerca il Signore finché si può trovare. Rivolgiti, rivolgiti a lui; perchè vorresti tu morire? (Ezechiele 18,31).

Questo scritto può cadere nelle mani di qualcuno che professa di credere in Cristo. Sei forse tu quel tale? Se così è, prendi la religione del malfattore pentito come regola per la tua. Assicurati di avere qualcosa del vero pentimento, della fede e della salvezza, di sincera umiltà e di carità ardente. Fratello o sorella, non accontentarti della misura del Cristianesimo nel mondo. Sii dello stesso pensiero del ladrone penitente e sarai salvo.

Questo scritto può cadere nelle mani di qualcuno che è in lutto per la partenza di un vero Cristiano defunto. Sei tu forse quel tale? Se è così, consolati con la Scrittura. Pensa che i tuoi cari non potrebbero essere in migliori mani. Essi non potrebbero star meglio. Non sono mai stati così bene nella loro vita come lo sono ora. Essi sono con Gesù, colui che le loro anime amarono sulla terra. Oh! cessa dal tuo dolore egoista. Gioisci piuttosto al pensiero che essi son liberi da ogni affanno e che sono entrati nel loro eterno riposo.

Questo scritto può anche cadere nelle mani di qualche anziano servo di Cristo. Sei forse tu quel tale? Se così è, allora vedi da questi versi quanto tu sia vicino alla tua casa. Ancora pochi giorni di fatiche e di affanni, e il Re dei re manderà a prenderti e in un momento la tua guerra avrà fine e tutto sarà pace.

« La grazia del Signor Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. Amen !  » (2 Corinzi 13,13)

Note

(1) Ebrei 7,25

(2) Efesini 2:8-9; Atti 16:30,81

(3) Isaia 1,18

(4) Luca 23,41

(5) Luca, 23,21; Giovanni, 14,15

(6) Luca 23,41

(7) Romani 7,19-21

(8) Luca 23,40

(9) Apocalisse 14,13; Galati 6,7-8

(10) Quanto alle assoluzioni, indulgenze, estrema unzione, messe ec.. le quali cose sono offerte dalla Chiesa di Roma, chiamandole “ consolazioni della religione, ” si sa bene che non son altro che invenzioni umane, vantaggiosissime, è vero, ai preti, poiché procuran loro ricchezze, venerazione e potere, ma del tutto inutili come mezzi di salvezza al povero moribondo.

(11) 1 Cor. 13,12; Col. 2,18; Deut. 29,29; Apoc. 22,18

(12) Giob. 3,17; Apoc. 14,13; Isaia 37,1,2; 1 Cor. 15,55,57; Dan. 12,13

(13) Salmo 16,11

(14) Filippesi 1,23; 2 Corinti 5,6-8; Salmo 49,15

(15) La dottrina del Purgatorio è solennemente rigettata dalla Chiesa d’Inghilterra, la quale dichiara esser questa un capriccio, inutilmente inventata, e senza alcun fondamento nella Scrittura, anzi contraria alla Parola di Dio. Il purgatorio è ugualmente rigettato dalla Chiesa di Scozia, dalla Chiesa greca, da molte altre Chiese nazionali, in una parola da ogni congregazione dei Cristiani in tutto il mondo, eccetto la Chiesa di Roma, e quelle che le sono soggette.

J. C. Ryle - Christ and the Two Thieves

Versione italiana a cura di : evangelodelregno.blogspot.com

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