Calunnie contro Lutero e Calvino
Calunnie contro Lutero e Calvino
Teofilo Gay
LUTERO
Le ingiurie
vomitate dai preti contro quel grande uomo di Dio che strappò mezza Europa
all'Anticristo del Vaticano, riempirebbero un volume; ma sono tutte calunnie
infami senza ombra di fondamento. Non diciamo che Lutero sia stato impeccabile
né infallibile, Dio solo è tale: ma la storia dimostra che egli fu uno degli
uomini più virtuosi che siano mai esistiti. E del resto, se mai taluno trovasse
nella sua vita o nei suoi scritti qualche tratto che fosse biasimevole, si
ricordi che gli evangelici non ebbero mai né Lutero né alcun uomo per papa; per
cui essi non saranno mai da ritenersi solidali di qualsiasi errore di lui o di
chiunque altro.
Ed ora
citiamo brevemente le calunnie papistiche più in voga contro il gran
Riformatore:
1. Si dice
che egli si ribellò contro il papa, perché geloso che questi avesse affidata la
vendita delle indulgenze ai Domenicani, anziché all'ordine cui egli
apparteneva, cioè gli Agostiniani. Chi sostiene questa fiaba oramai passa per
asino matricolato, poiché si sa che ben altra fu la causa della Riforma: fu la
protesta della coscienza contro le eresie e le infamie della Chiesa
Romana.
2. Si dice
che egli rapì una monaca e se la tenne per moglie. La verità è che, essendo
convinto dell'impostura del papismo, egli capì che i voti monastici sono cosa anticristiana,
per cui, libero della sua persona, egli prese moglie secondo la Scrittura e
sposò legalmente una giovane tedesca, la quale ancora essa era da qualche anno
uscita dal convento, e visse poi per tutta la vita in un'esemplare onestà con
la sua sposa. Notiamo che egli non si decise a prender moglie che dietro alle
reiterate istanze del padre suo e i consigli degli amici.
3. I preti
dicono che egli era dissoluto. È una gratuita invenzione. Tutti i suoi
contemporanei lo descrivono come un modello di sposo, di padre e di cristiano.
Se fosse stato dissoluto, sarebbe restato frate...
4. I preti
dicono che egli insegnava: «Peccate pure quanto volete, purché abbiate fede,
sarete salvi.» Impostura! Egli insegnava che per quanto siano grandi i nostri
peccati prima di conoscere il Signore, se ad un dato momento crediamo
con tutto il cuore a Dio (il che implica l'abbandono del peccato), siamo salvi.
Non è questa la dottrina essenziale del Cristianesimo?
Sarebbe tempo,
dunque, che gli Italiani cessassero dal far coro alle insulse imposture e asinine
calunnie che i quaresimali vomitano contro il grande Lutero, e si impegnassero
piuttosto a studiare la sua splendida vita, il suo fulgido ingegno, la sua opera
sublime. Fintanto che l’Italia non farà quel che fece la Germania con Lutero,
resterà sempre una nazione superstiziosa o atea, in ambo i casi, meschina.
CALVINO
Non c'è
insulto o calunnia che non abbiano i preti gettata contro la memoria di quel grande
uomo di Dio, e col ripeterle dal pulpito e stamparle nei loro giornali han
fatto credere agli italiani che il gran riformatore di Ginevra fosse un uomo
odioso. Non abbiamo visto forse da poco nei lor giornali a proposito della
conversione al Vangelo di un canonico di San Pietro, Monsignor conte di
Campello, vomitare le più inique ingiurie contro i riformatori? Han detto che
Calvino era orrendamente dissoluto a tal punto che gli era stato apposto sulle
spalle un marchio di infamia. Ebbene questa è un’infame impostura inventata per
screditare un tremendo nemico del papa. Infatti, due preti nemici e
contemporanei di Calvino, Levasseur e Desmays, dottori della Sorbona, andati a
consultare gli archivi di Noyon (città di Calvino) nella speranza di trovarci qualche
cosa contro di lui, hanno scritto che vi trovarono che il prete Calvino partito
da Noyon per fuggir la peste cadde poi nell'eresia; e che dopo la sua partenza
venne a Noyon un altro Giovanni Chauvin o Calvino, il quale fu ricevuto come
prete quasi a rimpiazzar l'apostata. Ma questo nuovo Calvino si comportò così
viziosamente che lo si dovette flagellare e scacciare nel 1552. «Però, aggiunge
il narratore, quest'ultimo Calvino mori buon cattolico». Ho creduto, dice
ancora lo scrittore, di aggiungere questo capitolo alla storia del Calvino
eretico, ad deluendam homonymiam, affinché non si confonda il Calvino
cattolico col Calvino eretico». (V. Desmays Vie de Calvin, p. 30 ss. e
Levasseur, Annales de l'Eglise de Noyon p. 1158 a 1171).
Ci fu dunque
un Calvino marcato col ferro rovente pelle sue infamie, ma quello fu il vostro,
non il nostro, o preti calunniatori! fu colui che morì cattolico e non Calvino
il riformatore. Di Calvino il riformatore, ecco ciò che hanno scritto distinti
autori cattolicissimi. «Egli era sobrio, casto, laborioso e disinteressato».
(L'abate Moreri nel suo gran Dizionario). «Egli fu di costumi ben regolati, e
mostrò sin dalla sua gioventù di non lasciarsi trasportare dai piaceri della
carne» (Florimond de Raymond); «Non si può rimproverare nulla sui suoi costumi;
era severo con sé come con gli altri» (Elia Dupin).
C'è un'altra
impostura spesso ripetuta a carico d'un grande amico di Calvino, Teodoro di
Beza. I preti raccontano che S. Francesco di Sales, essendolo andato a trovare,
gli parlò così bene che lo fece convenire della verità del papismo, ma
dettogli: Ed allora perché non tornate al papismo? Ebbe per risposta: Perché
non voglio lasciare questa donna. Impostura! nulla è più falso. Ecco invece la
verità secondo i più imparziali storici: Francesco di Sales si presentò un
giorno da Beza a Ginevra e tentò di indurlo almeno a ritirarsi e a tacere,
offrendogli in nome del papa immensa ricompensa; ma il nobile vegliardo
riformatore additando al santo cattolico la porta, gli rispose solennemente: «Vade
retro Satana». Ed il santo partì, e non volendo far conoscere la sua vergognosa
sconfitta, riferì ai suoi il colloquio avuto con Beza in modo tutt'altro che
esatto.
Teofilo Gay - Arsenale Antipapale
Vedi anche:
Martino Lutero Riformatore. La sua vita e le sue opere.
Per pentirsi, bisogna amar Dio! Giovanni Staupitz
Dispute Religiose di Pomponio Algieri
La "Teologia Morale" Gesuita e la Distruzione della Moralità Occidentale
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